Il post Facebook in cui mi sono permessa di criticare l’abbigliamento di Belen Rodriguez alla deposizione nel processo Corona ha scatenato un putiferio e fatto infuriare decine di donne che si sono sentite offese nella loro libertà sessuale e minacciate nel loro sacrosanto diritto di vestirsi e porsi come desiderano.
Molte hanno tolto il like alla pagina e altrettante lo faranno dopo questo articolo. La considero tuttavia una sorta di selezione, perché ritengo giusto e democratico che ciascuno difenda i propri valori e le proprie convinzioni partecipando a gruppi e comunità di aiuto in cui si riconosce.
Qui si sta conducendo una battaglia prima di tutto culturale e ideologica contro l’oggettivazione sessuale e la violenza di genere. Non si grida soltanto all’uomo bastardo e cattivo. Si cerca al contrario di individuare quali possano essere le nostre responsabilità al fine di correggere il tiro e far trovare ai nostri figli e nipoti uno scenario sociale diverso, un rapporto uomo/donna più equilibrato e una società più sana e libera da questo inquietante fenomeno.
Che il femminismo abbia esagerato non sono io la prima a dirlo. Oltre all’indiscutibile merito di aver fatto raggiungere alla donna traguardi miliari ai fini della propria libertà e della propria autoaffermazione, ha contribuito anche a fomentare pretese, come quella di sentirsi “libere a prescindere”, in diritto di fare ciò che si vuole, relazionarsi con chi si vuole, atteggiarsi come si vuole, girare nude senza essere desiderate, anzi essere desiderate senza che questo possa minacciare qualsivoglia libertà, volute ma non toccate, osservate ma non ignorate. Il risultato di tutto questo lavaggio del cervello è evidente nei commenti al post in questione: sono stata accusata di sessismo, di invidia, di follia, di aver sbattuto la testa, di chiusura mentale, di demenza, di essere da querela, di bigottismo, di maschilismo, di amare il gossip e persino di avere interessi economici dietro al blog e al libro Relazioni pericolose.
E’ dalla nascita del blog che invito le donne a rispettare se stesse e gli altri al fine di pretendere il rispetto da parte di chiunque. Sono la prima a consigliare a tutte severità e rigidità verso l’uomo. Relazioni pericolose incoraggia a non perdonare, ad abbandonare la nave al primo abuso, a ritrovare il proprio equilibrio indipendentemente dalle conferme esterne e dall’approvazione del proprio compagno. A impermeabilizzarsi, a non cedere ai ricatti emotivi, a sentirsi sicure di sé e del proprio valore, a coltivare e difendere la propria autostima, pilastro psicologico del sistema di difesa dell’essere umano.
Ma ciò presuppone che non si smarrisca il decoro e il buon senso. Che si rispettino certe regole. Se permetti a un uomo di trattarti male, è ovvio che le tue accuse si svuotano di significato e perdono sostanza. Sei tu l’agente di te stessa, sempre e comunque. Il concetto di autoefficacia, così sapientemente elaborato dallo psicologo Albert Bandura, si adatta a perfezione alle dinamiche relazionali e al recupero della propria autostima. Sei tu la responsabile del corso della tua vita, delle scelte che fai e delle conseguenze che ne derivano. Iniziamo con il rispettare le regole e poi passiamo alle pretese. Cominciamo noi donne. Almeno possiamo dire di averci provato.
Astra

16 Commenti

  1. È così- la confusione successiva al femminismo è stata tanta e lo è tuttora – Astra lo ha spiegato molto chiaramente- grazie!

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  2. Sono abbastanza d’ accordo con te Astra. E da donna che non ha appreso a sufficienza il rispetto di se stessa, non posso che convenire su quanto dici. Su una cosa tuttavia vorrei richiamare l’ attenzione. Sul rischio che poi si giustifichino ( non dico a te, ma nell’ opinione comune) arringhe di avvocati difensori di stupratori a loro dire ” legittimati” a pensare che una donna fosse disponibile perché con abbigliamento provocante. Se una donna dice “no” è “NO”, punto.
    Poi concordo sulla inopportunità, educativa, morale, e altro di tanti eccessi.
    Così come credo che una azione educativa dovrebbe essere destinata anche agli adulti perché possano trasmetterla ai figli.
    Mia madre ha avuto quello che per lei è stata il compagno della sua vita, che aveva alcune caratteristiche simili a quelle di cui io mi lamento oggi di mio marito. Ma mio padre aveva uno spessore e un’ ampiezza di vedute immensamente più ampi di quelli di mio marito. Mia madre però non mi ha spiegato, a suo tempo, la differenza tra una scelta e un ricatto o un’ imposizione. E io ho finito per non farmi rispettare, nel nome dell’amore.

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  3. Cara Astra, in questi giorni ho pensato a questo ultimo articolo.Non ti seguo su FB non frequento il social quasi mai. Non so se con il mio commento centro la questione o vado fuori tema. Naturalmente io parlo per esperienza post-narci che mi ha provata ma “evoluta”. Il fenomeno del femminismo deve essere riposto nel sentire della singola persona e quindi vediamo che alcuni principi sani vengono stravolti a proprio piacimento. Purtroppo invece di interiorizzare le conquiste del femminismo per nobilitarsi, le stesse vengono sbandierate con l’anticonformismo a tutti i costi “scandendo” nell’esibizionismo. L’invito è quello di guardarsi dentro invece di sentirsi invincibili, ma, cara Astra care tutte, certe emozioni o ce l’hai o non ce l’hai. Il lavoro difficile di una donna è appunto quella di essere moderna magari anche spregiudicata, ma di distinguersi.

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  4. Sono rimasta basita nel leggere i commenti al post in fb. A giudicare da cosa le donne dicono e pensano, tira una pessima aria. Mi demoralizza vedere che le donne usano modelli concettuali in voga (almeno in Occidente) 60 o 70 anni fa, come ad esempio l’idea da strega di Biancaneve che una donna che critica un’altra donna lo fa perché INVIDIOSA della sua BELLEZZA. La confusione regna sovrana quando si risponde alla critica ad un modello di ‘femmina’ come Belen con il grido alla libertà di vestirsi come più aggrada, indipendentemente da luoghi, riti, e contesti. E’ agghiacciante vedere come le donne prendano Belen come esempio di donna libera e modello per le altre. Il rispetto per se stesse, donne, passa anche per i vestiti, con buona pace delle estremiste che vanno in piazza nude. Questo non è motivo per insinuare che chi parla in questo modo sta difendendo l’idea che le donne stuprate, se in minigonna o in giro sole di notte, se la vanno a cercare. Chi parla in questo modo lo fa in malafede, usando una fallacia dietro l’altra, ma efficace a chi non riesce ad andare più a fondo alle questioni restando perennemente nella superficie del vuoto chiacchiericcio.

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  5. Giusy, ci mancherebbe, non intendevo insinuare nulla del genere…. solo che le ipocrisie di chi coglierebbe volentieri al volo certe mostruosità per giustificare comportamenti disumani rappresentano a mio avviso una fetta ampia di falsi moralisti.
    Mai considererei libertà quella di andare scosciate, penso che libertà, dignità ed il rispetto siano altra cosa.

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    • Penelope non era una risposta a te. Ma idee che avevo da giorni leggendo i commenti sul post di facebook. Non so se hai letto tutti i commenti. Molto Fanno rabbrividire.

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  6. No, non ho accesso a FB e neanche intendo registrarmi.

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  7. Dopo questo post, a me piaci ancora di più!

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  8. Cara Astra , anche io non sono su fb ( non mi dilungo sulle motivazioni che mi hanno spinto a cancellarmi ) , dunque non ho letto i commenti al tuo post .
    Posso dirti che concordo con quello che dici , se ho capito bene .
    L’eleganza è una virtù che molte donne hanno dimenticato , purtroppo .
    Presentarsi in modo adeguato alle circostanze , dovrebbe essere nel dna femminile , invece l’esempio che tu hai citato dimostra esattamente il contrario .
    Che Belen venga presa a modello femminile mi inorridisce , non la considero un esempio , anzi non la considero proprio .
    Mi sento fuori moda e probabilmente “all’antica” , ma quel genere di donna la trovo “volgarotta” , passatemi il termine .
    Lascia perdere i commenti su fb , sono tutti leoni da tastiera , gente frustrata che nella vita reale non sa prendere una posizione e reggere un confronto .

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  9. Il mio modello femminile è stato mia nonna materna , una donna molto forte .
    E’ rimasta vedova a 28 anni con tre figli , ha ripreso l’università e si è laureata ( facendo ripetizioni per mantenersi ) , non si è mai risposata e ha mantenuto i figli da sola .
    Una donna bella , elegante , colta e con una personalità di spicco .
    Mi ha fatto amare la Divina Commedia , mi ha corretto i congiuntivi da piccola , mi sgridava se dicevo parolacce .
    Un modello irraggiungibile , per quello che ha ottenuto nella vita e per la donna che era , essendo del 1920 , però ha plasmato il mio modo di essere donna e ne vado fiera .
    Altroché Belen…

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  10. Finalmente si pone una seria attenzione alla violenza psicologica, subdola…malvagia…che riduce, scalfire o addirittura annienta l’entità di donne, talvolta anche uomini. Persone sconvolte che spesso, e se avviene è una fortuna, riescono a trovare spiegazioni, confronto e conforto in siti dedicati.
    Sono d’accordo, anzi sosterrei con più convinzione una vera dottrina in ambito scolastico.
    Grazie per l’impegno.

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  11. Scusami Astra ma il femminismo, in realtà, vorrebbe che le donne si sentissero sicure a prescindere, e mi sembra sacro santo. Sicure a prescindere da ciò che indossano, da come lo indossano, e anche nei giochi di seduzione. Altrimenti si rischia di ricadere nell’impostazione mentale che divide le donne in sante e cortigiane. Il problema, infatti, non è l’essere desiderate, ma l’essere giudicate, l’essere costrette ad accettare imposizioni di volontà altrui. E il femminismo non ha esagerato, l’unico errore compiuto è stato quello di non passare il testimone. E lo si evince dalle tue parole. Non ho letto il tuo post su Belen, io mi sto basando semplicemente su quello che ho letto qui.
    Buona giornata.

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    • Sicure e non giudicabili anche a prescindere da come si comportano?
      A me sembra maschilismo/machismo al contrario.
      ps
      Un caro saluto ad Astra

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      • Macismo al contrario? Scusa ma non ti seguo. Dico sul serio.

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  12. Scusate se intervengo in un sito che per ora ho letto solo in parte, compresi alcuni articoli dell’avvocato (io uso una grammatica old style) su Word Press. Credo che ogni storia sia una storia a sè e sul rapporto vittima/carnefice non ho problemi ad ammettere che anch’io, più o meno consciamente (infatti ero affetta da disturbo post traumatico da stress, guarda caso) avessi le mie responsabilità su cui sto tutt’ora lavorando invece di lasciarmi divorare dalla rabbia. Ma non credo che l’eccesso di femminismo debba essere considerato concausa nella violenza verso le donne che si registra in crescita costante. Sono gli uomini che si devono in qualche modo “rieducare”; faccio un esempio molto semplice portando l’immaginazione in una spiaggia qualsiasi in un giorno estivo qualsiasi, dove ormai non solo ci sono i bikini ma anche i monikini e anche le spiagge nudiste; se fosse “colpa” dell’esibizionismo femminile attrarre assalti maschili staremmo a posto! Aggiungo che anch’io non uso più Facebook da tempo e quindi non ho avuto modo di leggere il pezzo in questione. Fondamentalmente credo che tutt@ abbiano il diritto di esistere, esibizionisti compresi: sta alla civiltà e all’educazione di ognuno il modo di reagire (o di non reagire). Vivi e lascia vivere. Sennò andrebbe a finire che vedremmo maschi assaltare anche certi manichini in vetrine “progressiste” dove le modelle femmine hanno i peli pubici – finti naturalmente- in bella mostra :)) No, non ci sta proprio!

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    • Attonita quel che dici è vero. Io credo che il lavoro fatto dalle femministe storiche sia stato un buon inizio ma che se fosse più soft, se avesse cercato più una mediazione che una contrapposizione, avrebbe centrato sicuramente maggiori risultati nello smantellamento di quella mentalità e di quegli stereotipi di genere che costituiscono la base della violenza di genere.

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