La relazione con un soggetto disturbato, psicopatico, sociopatico o narcisista maligno che sia, provoca sofferenza emotiva,psichica,morale e a volte fisica. Lo stato di dipendenza e soggezione in cui le vittime cadono comporta una sostanziale incoscienza circa gli abusi subiti,almeno in un primo tempo che,come sappiamo, può durare anni. Nella maggior parte dei casi, la relazione, ad un certo punto, esplode in manifestazioni palesemente violente e distruttive. Tuttavia la vittima, stanca, destabilizzata,colpevolizzata e isolata, non riesce a sottrarsi velocemente e continua a subire colpi via via più forti alla propria identità e persona. Quando finalmente riesce ad interrompere il rapporto ( o a dar corso alle prime interruzioni da cui sovente torna indietro nella speranza vana di un promesso miglioramento), dinanzi a sé ha un quadro desolante di macerie e ferite: i danni provocati dallo psicopatico.
Lo psicopatico o NP viola principi umani universali che la legge e la nostra Costituzione tutelano e proteggono: l’articolo 32 sancisce: ”La Repubblica tutela il diritto alla salute come fondamentale diritto dell’individuo”. Il diritto citato è l’unico che la Costituzione italiana qualifica come “inviolabile”. Esso si sostanzia nel diritto all’integrità fisica e psichica tanto che la legge dello Stato,uniformandosi a tale principio, punisce coloro i quali agiscono in modo da lederlo prevedendo la risarcibilità dei danni subiti dalla vittima. Sia nel caso in cui si denunci il soggetto abusante per reati quali la violenza privata,la violenza sessuale e gli atti persecutori, sia nel caso in cui ,in sede civile,si agisca per ottenere la separazione o il divorzio o per vedere riconosciuti i propri diritti violati, la legge italiana e la giurisprudenza riconoscono quattro tipologie di danno da cui discende il diritto ad ottenere la condanna dell’autore a pagare somme di denaro : il danno patrimoniale, il danno biologico, il danno morale e il danno esistenziale.
Lo psicopatico, è bene saperlo, ne provoca sempre almeno uno, spesso tutti, ma quasi sempre rimane impunito. Le vittime denunciano soltanto nei casi più gravi a causa, da una parte, delle difficoltà incontrate nella costruzione di quadri probatori convincenti (spesso mal diretta dai legali), dall’altra della scarsa dimostrabilità delle prove di una violenza e di un conseguente danno “invisibile”,e, infine della scarsa conoscenza del fenomeno da parte dei Tribunali. Quante vittime subiscono danni patrimoniali conseguenti alla storia con uno psicopatico? E’ probabile che la violenza fisica o psichica non solo abbia dirette conseguenze patrimoniali,quali esborsi per cure mediche, ma comporti anche conseguenze negative sulla capacità di produrre reddito. Ritengo che vi sia un’alta percentuale di persone che, a causa degli abusi subiti, abbia dovuto sostenere spese per farmaci e/o terapie ed abbia, durante il corso della relazione malata,visto diminuire la propria concentrazione e capacità nel lavoro con conseguenze negative nel guadagno e nella buona riuscita dell’attività.
Tutto questo,ove adeguatamente provato,comporterebbe il diritto ad un risarcimento.Ed ancora, quante vittime hanno subito un danno biologico,alla salute,che ha comportato l’insorgere di patologie fisiche e/o psichiche -comprese malattie psicosomatiche come gastriti,coliti,amenorrea,emicranie,malattie cardiovascolari- legate alla violenza fisica e morale agita dallo psicopatico? Il danno fisico, come il danno psichico, costituiscono una conseguenza tipica della violenza psicologica e di un evento traumatico.Accertata la patologia da parte di un medico-legale ( si ricordi che vi sono gli psicologi forensi) si potrebbe ottenere il giusto risarcimento.
Parliamo poi del danno esistenziale che ,si badi bene, è stato riconosciuto anche nell’ambito dei rapporti familiari tra partner e tra genitore-figlio. Questo tipo di danno si verifica quando il soggetto abusato subisce, a causa delle aggressioni, un cambiamento negativo e duraturo del proprio stile di vita,una perdita di chance, uno sconvolgimento stabile e non transitorio delle proprie abitudini, del modus di avere relazioni interpersonali, un’alterazione definitiva a livello comportamentale.
Per ultimo, il danno morale, qualificato come patimento,dolore di durata transitoria (e non stabile come il danno psichico-biologico),che si sostanzia in seguito ad un evento lesivo chiaramente ravvisabile nella violenza morale e fisica e negli abusi quotidiani come la denigrazione,il tradimento,i silenzi e gli insulti. Il danno morale viene chiamato,infatti,“pretium doloris”, il costo del dolore.
QUANDO C’E’ VIOLENZA CARNALE?
Meritevole di esame, a mio avviso, è il delicato e grave argomento della violenza sessuale e degli elementi che ne integrano gli estremi. Le modalità violente dello psicopatico,lo schema ricattatorio e dominatore della sua personalità ,l’uso dell’induzione subdola,la considerazione del sesso quale strumento di potere fanno sì che gli abusi agiti entrino anche nella sfera sessuale. La violenza sessuale dal 1996 è considerato reato contro la persona (sino ad allora,ahimè,era solo un reato contro la morale). Disciplinato dagli art.. 609 bis e ss. del codice penale , è punito con una pena che va dai 5 ai 10 anni di reclusione.
La violenza sessuale non scatta solo quando la vittima, con uso delle armi o della forza,viene costretta a subire un rapporto intimo. Perché vi sia violenza carnale non occorre che si verifichi necessariamente un rapporto intimo. Tutti gli atti che sono riconducibili alla sfera sessuale, non solo coinvolgenti le parti genitali ma anche le c.d. parti erogene,possono costituire elementi del reato. Per la Corte di Cassazione integrano il reato: “una toccatina veloce ed insidiosa” (Cass. 22840/07), accarezzare la schiena fin sotto l’ascella contro il volere del soggetto passivo” (Cass. 4538/08), un “bacio sulle labbra “ (Cass. 124257/07). Il consenso al rapporto o agli atti sessuali, secondo l’accezione su esposta,deve essere pacifico e non deve subire interruzioni .Pertanto, può accadere che un soggetto sia d’accordo in un primo momento,ma ci ripensi successivamente e manifesti il suo dissenso: il reato di violenza sessuale si verificherebbe a tal punto anche tra le mura domestiche.
La Corte di Cassazione ha stabilito che può sussistere violenza sessuale anche nel caso in cui la moglie rifiuti silenziosamente il rapporto per evitare scenate. Nel 2015 (sentenza n. 42993) ha stabilito la sussistenza della violenza carnale anche nelle ipotesi in cui la donna,a fronte di pregresse intimidazioni di natura psicologica, si trova in uno stato di soggezione mentale e disagio ed accetti le avances del partner. Gli ermellini, sempre nel 2015,hanno ravvisato il reato di violenza carnale laddove anche vi sia stato un RIFIUTO IMPLICITO al rapporto derivante dalla conflittualità della coppia causata da mortificazioni,insulti,prevaricazioni morali,ritenendo che ,per valutare la commissione del reato ,debba guardarsi non solo al momento di consumazione dell’atto ma al contesto generale pregresso e complessivo dei maltrattamenti anche morali. Direi che si tratta di una vittoria delle vittime e di un invito a riflettere.
L’essere umano, in quanto persona, ha l’irrinunciabile diritto a veder trattare il proprio corpo , la propria mente e la propria emotività con rispetto assoluti. La ripetizione seriale e sistematica di atti che sono diretti a colpire uno o tutti e tre gli aspetti deve farci reagire e deve comportare una conseguenza nella vita degli abusanti, anche solo quale pretium doloris .
Avv. Marina Marconato–avv.marinamarconato@libero.it

27 Commenti

  1. Però non si tiene conto che la vittima ha PAURA e quindi il più delle volte mette in atto l’evitamento……

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    • La paura è uno dei sintomi o delle conseguenze tipiche nell’interazione con gli psicopatici . Tuttavia, credo sia importante aiutare le vittime a vincerla e ad agire per tutelare la propria dignità ed ottenere giustizia . Gli psicopatici ed i narcisisti perversi si muovono senza scrupoli convinti di poterla sempre fare franca, si sentono sopra la legge , sopra gli altri esseri umani , semidei senza anima.

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      • Solo ora, dopo molti mesi dalla fine della relazione e di distanza di sicurezza dallo psicopatico posso dire di sentirmi un po’ più tranquilla. Riesco a capire meglio che cosa ha generato la genuina e incontrollabile paura che ha caratterizzato tutto questo tempo post-relazione. Parte della paura è legittima e serve a proteggerci, ma occorre lavorare sulla paura che ci paralizza e non ci fa agire verso quella protezione, appunto, di cui abbiamo bisogno. Molta di quella paura è stata intenzionalmente indotta proprio allo scopo di tenerci fermi, immobili, e incapaci di nuocere a chi ha abusato di noi.

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      • Anche io ho paura. Una parte di paura me la tengo, perchè aiuta a proteggermi da chi è potenzialmente pericolosissimo. Sto bene alla larga da quell’uomo proprio grazie alla paura. Peró bisogna lavorare sulla paura che ci paralizza e che non ci fa agire ‘CONTRO’ l’individuo disturbato, anche se sappiamo bene che quell’agire ‘contro’ è parte essenziale dell’autoprotezione o della protezione dei nostri figli. Bisogna capire che quella paura paralizzante è stata in larga parte indotta da chi ci ha abusato, appunto allo scopo di tenerci fermi, di non esporre l’abusante, di non metterlo in difficoltá o nei guai. Quella paura crea un vantaggio all’abusante e svantaggia l’abusato, tenendolo ancora in pericolo. Bisogna lavorarci su.

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  2. Sono d’accordo Giusy.Inoltre , ritengo fondamentale per chi ha figli , vincere la paura che funge da bavaglio anche per tutelarli ed insieme insegnar loro che mai bisogna soggiacere alla prevaricazione , bisogna tentare di insegnare che le leggi esistono a nostra tutela , bisogna soltanto accenderne il motore ed avere costanza ( e pazienza ahimè ) nell’attesa che dia i frutti e le giuste conseguenze a chi nuoce

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  3. Gentile Astra ,
    chiedo a te e a coloro che già ci sono passati, se sulla base della vostra esperienza e conoscenze ritenete sia possibile uscire da questo vortice senza l’aiuto della psicoterapia , se riescano ad un certo punto a scattare l’orgoglio , la rabbia o la disperazione salvifiche … Quest’uomo mi ha già così depauperata e sfruttata , che adesso affrontare anche l’impegno economico e temporale (un anno o più, mi è stato prospettato) di analisi del profondo non mi è possibile , e mi costringerebbe ad una vita ulteriormente povera di ogni piccola soddisfazione, non avendo grossi mezzi economici.
    Grazie per tutte le letture che ci proponi e per la competenza che metti a disposizione di noi tutti.

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    • Dunque Rosalba, ne parlavo proprio poco fa con uno psichiatra. Il tema della psicoterapia, a mio avviso, è molto complesso. Mi spiego meglio. Come ogni forma di conoscenza, anche la psicologia è superspecializzata e frammentata in mille campi di applicazione. Purtroppo per aiutare con efficacia le vittime ad uscire da questo tipo di sofferenza ci vuole una preparazione adeguata. Purtroppo non tutti gli psicoterapeuti dai quale si finisce ce l’hanno. E allora guarire diventa molto lungo e difficile. Pertanto raccomando di affidarsi ad operatori specializzati nelle dinamiche relazionali e di affiancare la terapia alla lettura di testi salvifici come Relazioni Pericolose, nelle librerie dalla fine di febbraio. Orgoglio, rabbia e disperazione escono con il tempo, il lavoro su di sé, la terapia e la lettura. Sono tutti elementi necessari al rapido superamento della sofferenza.

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      • Grazie , Astra, per la risposta.
        La persona che ho contattato tende a ricercare le cause di tale legame nella propria storia personale (in realtà io sono ‘solo’ capitata tra le grinfie di un ‘mascalzone’, come avrebbe detto mia madre ), ha esperienza con donne maltrattate, ma come sappiamo il lavoro potrebbe andare parecchio in la’ nel tempo…
        Non vedo spiragli , in realtà, in quella direzione, né ho sentito empatia durante il colloquio (forse è giusto così?) , sicuramente tanta professionalità ma non sintonia.
        Piuttosto , la lettura del tuo blog mi ha aperto gli occhi e portato a capire chi avessi di fronte; ora attendo il tuo lavoro in libreria (o lo troverò anche on line?).
        Grazie ancora.

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        • Che in noi ci sia qualcosa che “non va” per il solo fatto di aver permesso a quella chiave (la persona tossica) di entrare nella serratura (la nostra anima, con spazi seppur infinitesimali di ingresso e di manovra) è poco ma sicuro. Tutti hanno delle debolezze. Non viviamo in una bolla. Bisogna solo cercare di diventare un pò più impermeabili e inattaccabili e fare in modo che la chiave non riesca più a infilarsi nella serratura. E’ su questo che lavorano gli psicoterapeuti. Ma chi soffre è alla ricerca di risposte. Ha bisogno di capire. Ecco che la lettura può fare la differenza. Troverai Relazioni pericolose anche online, certo.

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    • Rosalba, Astra è stata molto precisa e sento che la mia esperienza conferma le sue parole. Ogni esperienza ha comunque caratteristiche peculiari. Nel mio caso non ho avuto difficoltà a trocare (quello che avevo scoperto era davvero spaventoso, ed é stata la paura la mia più grande alleata). Peró ero talmente a pezzi in quei mesi, letteralmente ai limiti della sopravvivenza, che ho avuto bisogno di aiuti. L’aiuto mi è venuto anche da colloqui con professionisti specializzati in vittime di psicopatici, e con psicologi che mi hanno aiutata mentre cercavo di ritornare alla normalità. Per il resto, il contributo più grande mi è venuto dallo studio e dalle letture, e dai gruppi (come in questo blog) dove si trovano persone che hanno esperienze simili. Che cosa ti trattiene ancora in quella relazione? Pensi che in fondo in fondo ti ami? Pensi che valga la pena accettare tutto il male che ti fa per quelle poche giornate in cui ti fa sentire la donna più felice del mondo? Speri che le cose cambieranno in futuro? Ti faccio queste domande non tanto per avere una risposta, ma perchè sono state per me cruciali. Io avrei risposto positivamente mentre ero nella relazione. Sono scappata quando non avevo più dubbi che mi sbagliavo di grosso. Anche se mascherato, in realtá ho capito che lui era un nemico. Non uno tra i tanti, ma proprio l’unico.

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      • Grazie Giusy. Forse, in qualche momento, ad alcune delle domande cui facevi riferimento risponderei ancora di si . Ma le umiliazioni e la solitudine in cui mi lascia prendono ormai il sopravvento. Anche grazie ai vostri interventi ed alle letture sto imparando a dire dei ‘no’. Ma il mio rammarico è che vado troppo a rilento …

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      • Cara Rosalba ti porto la mia esperienza. io mi sono rivolta ad una psicologa. Stavo così male ma malissimo che da sola nonostante i miei sforzi, la mia volontà e le mie risorse non ce la facevo.ho dovuto prendere anche dei farmaci e poi lavorare su di me.a pensare che sono una persona solare aperta positiva estroversa….avrei voluto la bacchetta magica invece ho dovuto versare tutte le lacrime per il dolore e la indignazione.la fatica di uscire è tutta la nostra. Mi è costato soldi e sofferenza.ma non potevo fare diversamente. Dovevo liberarmi a qualsiasi costo da lui dalla sua meschinità che mi aveva avvelenata.ho lavorato sul piano chiave e serratura….molto. Ce l ho quasi fatta. Leggo spesso gli articoli del blog li ho ritrovato tutto quello che mi era accaduto sono stati molto utili.mi sono rivolta prima ad uno psichiatra famoso e bravo che ha dato la prima botta e mi ha aperto gli occhi poi una psicologa direi normale. Ci vado ancora da due anni.ti auguro ogni bene.naturalmente prendero’ il libro!

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  4. Il costo è elevatissimo, non vi sono dubbi.
    Ieri mi si è insinuato un tarlo, perché lui intensifica la sua comunicazione paradossale, negando ciò che ha detto a voce per non riportarlo per iscritto (per paura che io possa usarlo) , non rispondendo alle mie richieste (Legittime) .
    L’avvocato mi ha fatto presente che potrei scegliere la via della separazione giudiziale, dal momento che lui sta di fatto ponendo in atto un comportamento prepotente e in un certo modo coercitivo continuando a provocare in me danni psicologici ingenti (e conseguentemente economici perché una psicoterapia di quasi due anni non è cosa da poco sotto tutti i punti di vista):
    La tentazione sarebbe forte. Ma allungherebbe i tempi della separazione e forse è meglio che mi liberi al più presto da questo individuo. Avrei il sostegno della mia famiglia, questo lo so. Ma vale la pena?
    Mi dicevo che vale la pena perché non si può lasciar passare sotto silenzio un comportamento cosi abusante.
    Ma… come avevo anticipato in un altro post, forse il mio “riscatto” può concretizzarsi in modo più utile organizzando davvero una iniziativa nella mia città, nella quale si parli della violenza psicologica, della manipolazione, dei danni di questi comportamenti.
    Che ne pensate?

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    • Tu assicuro che il “riscatto” consistente nel mettersi al servizio degli altri ed aiutarli ad uscire da questo problema è il migliore che si possa immaginare. Brava Penelope. Avanti così.

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  5. Sorvolando sullo stato depressivo, gli attacchi di panico, la dissonanza emotiva, i sensi di colpa ecc ecc…. Sono ora arrivata a un punto in cui avverto un bisogno soltanto: riposo. Me lo ha detto persino la nutrizionista oggi in una visita e non sapeva nulla della mia situazione, non so da quale esame ha riscontrato che mi sono in qualche modo ” disintossicata” e mi ha chiesto cosa fosse successo. Niente, ho detto, sono ” solo” stata qualche giorno a casa per le vacanze natalizie. Ecco, ha detto, vuol dire che il suo organismo ha bisogno di riposo.
    E io lo so, lo sento, perché mi sento fisicamente a pezzi.
    Ma non posso chiedere ferie, lo so.
    Sono senza forze, e ancora devo affrontare varie prove. Ma come si fa? Se non hai la febbre ma sei a pezzi come fai?Chi ti capisce?
    Stasera non lo so. Non so nulla.

    Rispondi
    • Ciao Penelope,
      ti capisco perfettamente, succede anche a me…a volte devo cercare gli ultimi sprazzi di energia rimasti per affrontare la giornata.
      Poi ho avuto anche un periodo intenso di lavoro nel quale ho lavorato anche un fine settimana e l’ultimo sono andata dai miei perché mio padre non stava bene, tutto “condito” da una situazione pesante familiare causata da una persona…ma lasciamo perdere.
      Tornando a bomba, io credo che la stanchezza fisica sia dovuta allo stress psicologico che hai dovuto affrontare in questi mesi, poi gli attacchi di panico, almeno a me succede così, ti lasciano una spossatezza enorme quando passano.
      Quando siamo felici e sereni possiamo anche scalare una montagna e non sentire la stanchezza, ma quando l’umore non è il massimo, lo stress è ad alti livelli, ogni cosa comporta uno sforzo immenso.
      Il tuo corpo ti sta dicendo che ha bisogno di “pace”, per quello ti fa rallentare e ti fa sentire stanca.
      Lo dico a te ma è come se lo dicessi a me stessa: dobbiamo ritrovare noi stesse, quell’angolo di gioia che ci può regalare una passione, qualsiasi cosa ci faccia stare bene, che ci permetta di ricaricare le pile.
      Io ce l’avevo ed era il mare, quando sono al mare mi dimentico di chiedermi che ora è, mi sento in sintonia con quell’elemento, mi ridà energia.
      E’ ora di riprendere le mie abitudini, messe da parte, solo così potrò cominciare a stare bene e, anche, affrontare con la giusta forza le situazioni pesanti, purtroppo anche senza di “lui” non mancano, come ho scritto all’inizio.
      Io ti capisco, cerca di farti forza e quando puoi, concedi al tuo corpo del sano riposo.
      Ti abbraccio forte…
      P.S.: Si può chiedere malattia anche con un certificato di un professionista che attesti uno stato fisico debilitato a causa dello stress.

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  6. Grazie Stellina,
    si, dovrei avere il “coraggio” di prendere una pausa anche dal lavoro e stare un po’ con me e i miei ritmi. Vediamo… purtroppo ho un senso del dovere che mi porta, anche sul lavoro, a considerare prioritario il resto e relegare a me stessa i ritagli.
    Ok… ce la possiamo fare.. ce la possiamo fare…. ce la possiamo fare 🙂

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  7. Care Penelope e Stellina, quanto vi capisco.
    Per senso del dovere anch’io sono sempre presente al lavoro, e mi impegno in casa per non trascurare le varie incombenze, ma tutto avviene a prezzo di grande sacrificio. Quella persona, che non posso evitare di vedere ogni giorno, mi toglie tanta energia .
    Per evitare di crollare cerco di aggrapparmi a tutto, ma il sabato e la domenica li passo in casa da sola a tentare di recuperare le forze .
    Le settimane scorrono senza uno svago, continue, attaccate le une alle altre… che brutto.. eppure sono una persona socievole , apprezzata anche, ma si sa che anche le amicizie ad una certa età’ non hanno così tanto tempo per gli altri…
    Non riesco più a sperare.
    Ciao ragazze, vi leggo e vi penso.

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  8. Rosalba, fino a qualche mese fa, anche settimane direi, la vedevo esattamente come la vedi tu. Poi mi sono resa conto che oltre ad accogliere la benevolenza degli altri bisogna che ci mettiamo del nostro .. tieni conto che ti parla una persona introversa, comunque molto riservata, che negli ultimi anni, grazie a lui, mi sono ulteriormente isolata. Solo ora sto ritrovando il piacere di dialogare e stare con gli altri. Non è facile certo, ma se ricominciamo ad aver cura di noi stesse, di ciò che ci piace fare, poi troveremo il modo e le persone con cui condividere. Poi ci saranno i pomeriggi e le domeniche da sole ma li starà a noi decidere se abbiamo voglia di stare con noi stesse o guardarci intorno per vedere cosa si può fare di interessante.
    Sono consigli banali, mi rendo conto, ma credimi anch’io sono in fase di ” riadattamento,” e mi accorgo che si può fare. Quanto a lui…. Imponiti di trattarlo come uno qualsiasi, prendi tu la decisione che ti sei stancata, ma sul serio, senza ritorno. E pensa più a te che al resto. Ci guadagni, credimi.
    Un abbraccio.

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  9. Buongiorno care Rosalba e Penelope,
    io credo che, una volta finite le lacrime, il dolore acuto che ci impediva anche di respirare, la fase di ripresa sia la più difficile.
    E’ come dover imparare di nuovo a camminare, parlare, insomma nascere una seconda volta.
    Rosalba, mi rendo conto che essere costretta a vederlo tutti i giorni non aiuta da una parte…però può essere una cosa positiva se questa quotidianità può servirti a buttarlo giù dal piedistallo e vederlo per quello che è, che hai preso consapevolezza sia.
    A me rimarrà sempre il dubbio, finché non mi capiterà di incontrarlo, di che reazione emotiva potrei avere nel rivederlo…perché è passato un anno dall’ultima volta che l’ho visto ed allora lo vedevo ancora come “l’uomo dei miei sogni”.
    Io sto passando un brutto periodo da Natale, quelle feste che dovevano essere un momento felice in famiglia e una pausa dal lavoro si è trasformato in un incubo a causa delle tensioni in famiglia causate dalla nuova compagna di mio fratello, lo sta mettendo contro tutti e creando danni a non finire.
    Quindi la mia ripresa ha subito un rallentamento, mi sono trovata a dover affrontare una nuova salita, non avendo ancora completato la mia…faccio fatica, ve lo posso assicurare.
    Però non mi arrendo, anzi sono più determinata che mai ad uscire da questo pantano che mi sembra ora la mia vita, per sguazzare in acque azzurre e limpide.
    Vi penso sempre e vi mando un abbraccio.

    Rispondi
    • Stellina cara,
      tempo fa ho vissuto una situazione simile, oltre a quello che già subivo di mio – non ancora riconosciuto – anche grosse tensioni familiari. Mi sembrava di sprofondare e lui era la mia sola “ancora di salvezza”, o almeno io lo vedevo tale. Poi mi sono pian piano resa conto che era facile stare vicino e parlare dal pulpito, senza essere minimamente scalfiti da quello che ci capita. Eh già… la loro vita va comunque avanti, prendono solo la mano, l’accarezzano e poi se ne vanno… non se le rimboccano mica per aiutarti.
      Questo, unito ad altri fatti ovviamente, mi ha insegnato che posso e devo contare su me stessa, sui miei principi, andare avanti per la mia strada tenendo per mano solo chi ci ha messo “sangue sudore e lacrime” non chi dà un consiglio effimero, fa una moina che ti solleva si, ma solo per un momento e poi non c’è effettivamente quando hai bisogno.
      Anche io spesso penso alla mia reazione emotiva, di tempo ne è sicuramente passato meno, continua a fare cucù come può e io a dribblarlo, il no contact assoluto non c’è di fatto, ma ci penso.
      Al momento so quanto ora sono sicura di me stessa e quanto lui mi ripugna, a partire da questi giochetti senza senso. Ma non ne sono fuori del tutto, lo so. E per questo lo evito. Cosa che anche solo un paio di mesi fa non avrei fatto per “non compromettere la mia libertà”. Balle, scuse.
      Astra mi ha fatto capire che l’obiettivo sono io, la mia integrità, il mio benessere.
      Mi devo limitare a frequentare qualche posto, no problem. Perchè la soddisfazione di rendermi conto di aver passato tutta una serata senza nemmeno pensarlo per sbaglio non ha prezzo.
      E da serate saranno giorni, e poi setttimane e poi e poi…
      Le acque completamente azzurre e limpide arriveranno, per ognuna di noi.
      Vi abbraccio tutte ragazze.

      Rispondi
  10. Buongiorno Firefox cara,
    grazie per il tuo supporto, io sono certa che ce la faremo tutte quante a nuotare in acque azzurre e limpide, dobbiamo solo scrollarci di dosso il fango che ci hanno lanciato addosso e appesantisce ogni nostro movimento.
    Purtroppo per me, questa situazione di tensioni familiari è arrivata in un momento nel quale le mie poche energie erano destinate alla mia ripresa e, per questo, mi hanno colta in una fase di debolezza.
    Ma non mi vittimizzo perché il mio carattere mi impone di reagire, i problemi ce li hanno tutti e la cosa importante è affrontarli mantenendo grazia e amore per sé stessi e per gli altri.
    Si supera tutto.
    Vi auguro un sereno week end.
    Un abbraccio

    Rispondi
  11. Aiuto…. ripiombata nella oscurità più opaca.
    Ora sta facendo passare me dalla parte della complottatrice (letteralmente) per rovinarlo.
    Ho osato, dopo un inutile tentativo di trattativa bonaria, adire a vie legali.
    Non si è fermato a contestare i fatti su un piano logico. E’ andato oltre, molto. A parte alcune affermazioni completamente false, ha esplicitamente (tramite l’avvocato) dichiarato che io avrei agito dolosamente per danneggiarlo.
    Non c’è difesa possibile contro questa gente.
    io sono a pezzi. Ha praticamente posto le basi per ribaltare la situazione.
    No, non ce la posso fare. non ce la posso fare.
    j

    Rispondi
  12. Penelope cara,
    Io sono stata accusata di avere complottato contro di lui e minacciata che sarei stata denunciata alla Polizia Postale! Io, ti rendi conto? Peccato che sia la gentile signora con cui triangola da anni ad avere combinato tutto.
    Ti aggiungo la perla di questi giorni, dopo che l’ho aiutato per tutto questo tempo: sentirti o non sentirti, vederti o non vederti.. per me è uguale!
    Non se ne esce vivi. Un abbraccio

    Rispondi
  13. Grazie Rosalba
    lui si sta ponendo come la parte più debole, quello danneggiato….
    e solo io, e voi, conosciamo i danni invece che lui ha prodotto, e continua a produrre, in me….
    Vedremo di cosa ancora sarà capace.
    Un abbraccio a te

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  14. Cara Penelope,
    mi dispiace tanto che tu debba passare tutto questo e so quanto dolore ti stia costando.
    Loro sono campioni mondiali di vittimismo e sanno rigirare la frittata benissimo, non so che cosa dirti per supportarti tranne che non devi mollare e che presto anche questo periodo difficile passerà.
    Ma quanti danni riescono a fare, anche quando, ormai, non fanno più parte della nostra vita?
    Ti abbraccio

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  15. Grazie Stellina
    qualcuno mi ha detto che forse per stare bene è meglio rinunciare anche a questo.
    Ma a quante cose ho già rinunciato? Lui fa affidamento sulla mia fragilità ma non sa che in questi due anni sono anche cambiata e anche se ho questi momenti di precipizio, contrariamente a quanto accadeva prima, che il coltello andava a fondo, adesso c’è un cuscinetto: sento il dolore ma non arriva dove vorrebbe.
    Speriamo bene.
    Un abbraccio

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