Il narcisismo è un elemento ineliminabile della psiche umana ed ha una sua utilissima funzione, quella che potremmo definire con parole un pò semplici dell’amor proprio, della capacità di darsi un valore e di curare il proprio interesse, tuttavia non trascurando l’impatto che questo amor proprio ha sulle persone circostanti; quindi non trascurando il valore dell’empatia che è la capacità di mettersi idealmente nei panni dell’altro, di sentirlo. Una capacità che abbiamo tutti tranne il narcisista patologico, nel quale si rileva proprio un limite empatico o, nei casi più gravi, una mancanza di empatia. Quindi il narcisismo patologico si gioca soprattutto nella qualità delle sue relazioni interpersonali e dal rapporto superficiale con il proprio mondo interno, perché dietro questa maschera di grandiosità, di arroganza, di sicurezza, di desiderio di essere riconosciuto come una persona degna di privilegi, dietro questo Falso Sè, abbiamo un Vero Sè interno profondamente fragile.
E’ importante sapere che lo stereotipo del narcisista, per come si usa il termine comunemente, cioè l’egocentrico esibizionista ed accentratore, è solo un tipo di narcisista riconosciuto dalla clinica. Gabbard ad esempio differenzia fra Narcisista IPERVIGILE e INCONSAPEVOLE. Il secondo è quasi del tutto sovrapponibile allo stereotipo del narcisista magniloquente ed egocentrico, in cerca di attenzione e di una bella vita. L’inconsapevole invece apparentemente timido e ritirato ma, da una posizione periferica, esprime risentimento tramite un continuo paragonarsi agli altri, cosa che lo fa apparire come livoroso, rancoroso e ovviamente invidioso.D’altra parte Millon, parlando di narcisismo, ha elencato il narcisista SENZA PRINCIPI (tipo antisociale):amorale, truffatore, arrogante, vendicativo, sfruttatore, con coscienza deficitaria. Il narcisista COMPENSATIVO (tratti negativistici, evitanti): compensa una profonda percezione d’inferiorità e inadeguatezza facendo della vita una ricerca di traguardi e compensazioni; come un evitante è molto sensibile al giudizio altrui. Il narcisista ELITARIO (variante del modello indicato nel DSM): si sente un privilegiato ma la sua facciata ha poco a che fare con la realtà, cerca una vita facilitata e agiata; la paura maggiore è quella di essere “normale”. Il narcisista SEDUTTIVO (variante istrionica): sessualmente seducente, attraente, intelligente, evita la vera intimità. Indulge nei piaceri materiali; adesca i bisognosi e gli ingenui, mente patologicamente.
ETIOPATOGENESI
Prima ho parlato di Vero Sé e Falso Sé, come dire il vero volto e la maschera, per capire bene cosa intendo dobbiamo spiegare quelli che per la psicodinamica sono le ipotesi di come si origini questa patologia, cioè con una parola complessa, l’eziopatogenesi.
1. PRIMA SITUAZIONE. Abbiamo un genitore freddo e indifferente, persino aggressivo e sprezzante verso il figlio. Il genitore può supplire a questa incapacità affettiva “trovando” nel figlio un qualche talento eccezionale (il “genio” di famiglia), una prospettiva che, per il figlio stesso, diventa rifugio per un pervasivo senso d’inadeguatezza; la creazione di un Sé grandioso e narcisistico allora diventa la soluzione più probabile anche perché è l’unica che il genitore dimostra di accettare. Il narcisismo patologico fungerebbe da enorme meccanismo di difesa che va a compensare un deficit nell’integrazione delle rappresentazioni positive e negative di Sé e degli altri, però a differenza del borderline che continua a oscillare tra idealizzazione e svalutazione, il narcisista si garantisce una sufficiente tenuta tramite la fusione del Sé con la parte idealizzata della propria personalità. Tuttavia il senso di perfezione del narcisista è a “tutto o nulla”, cioè: se non si è perfetti allora si è imperfetti, e se si è imperfetti allora non si vale nulla. Benché il narcisista spesso si mostri come una persona che non ha bisogno di nessuno (la cosa lo farebbe sentire incompleto), paradossalmente ha un estremo bisogno dell’ammirazione dell’altro per poter mantenere intatta la propria immagine grandiosa: l’altro è così sia un amato salvatore sia un odiato rivale! Le rappresentazioni negative vengono proiettate all’esterno; ciò rende impossibile un coinvolgimento profondo nelle relazioni interpersonali poiché l’altro viene continuamente svalutato e questa proiezione è ciò che spiegherebbe l’atteggiamento paranoide del narcisista che, dopo una prima idealizzazione, finisce per usare il partner come discarica psichica delle sue immagini negative e persecutorie. [Kernberg]
2. SECONDA SITUAZIONE. I genitori hanno trasmesso al figlio una sopravvalutazione della sua importanza, lo hanno viziato, non hanno contenuto il suo naturale narcisismo infantile. “Sua maestà il Bambino” viene dis-educato ed i genitori mettono in secondo piano i loro bisogni di adulti per soddisfare ed anticipare quelli del pargolo, il bambino capisce che gli altri non hanno una loro legittima identità e che essa possa necessitare di attenzione. L’assenza di regole e di un certo grado di severità impedisce al bambino di comprendere che le proprie azioni hanno conseguenze sugli altri, il che porta a egocentrismo e mancanza di empatia e, in età adulta, a diventare rabbiosi ogni volta che le proprie necessità non vengono soddisfatte subito. Da notare che, in questo quadro educativo, non è raro che il genitore trasmetta un soggiacente timore di “caduta dallo stato di grazia” con un’enfasi sulla perfezione; il genitore ammira il figlio ma non gli permette errori, come dire: “Sei perfetto e ti amiamo per questo, ma non rovinare tutto sennò è finita!”. [Benjamin]
3. TERZA SITUAZIONE. Lo sviluppo psicologico ha inizio in una fase d’indifferenziazione definita “narcisismo primario” in cui il Sé non esiste. La madre soddisfa inizialmente le necessità del neonato in modo pieno, perfetto; il bambino peraltro inizia a capire che tali gratificazioni vengono dall’esterno. Poiché nessuna madre è capace di un perfetto accudimento, diversi bisogni del bambino vengono comunque frustrati causando nel bambino vissuti di vulnerabilità che lui compenserà richiamando mentalmente quel perfetto stato di gratificazione precedente, in cui erano presenti un Sé onnipotente e un’idea di madre perfetta (un oggetto interno). Il narcisismo quindi non sarebbe una condizione patologica ma una normale fase evolutiva, infatti l’educazione all’empatia di coloro che si prendono cura del bambino (caregivers) gli farebbe nel tempo abbandonare questa posizione narcisistica. Tuttavia, se avvenisse una grossolana mancanza di empatia da parte dei caregivers, allora il bambino si arresterebbe a questa fase evolutiva e il Sé grandioso perdurerebbe come difesa verso un mondo sostanzialmente incerto e minaccioso. [Kohut]

IL NARCISISTA NELLA RELAZIONE DI COPPIA e CON GLI ALTRI
NELLA RELAZIONE AFFETTIVA:
Mostra uno charm disinvolto e superficiale: indossa una maschera (Falso Sé) socialmente accettabile o vincente con la quale accattivarsi le persone.
Non tutte le forme di manipolazione del narcisista sono arroganti e “grandiose”. Non cascate nel tranello del: “No, ma voi non lo conoscete in privato! E’ dolcissimo, tenerissimo, è che ha avuto una vita difficile!”. Il narcisista si vende spesso con parole che sollecitano empatia (motivo per cui incastrano facilmente persone sensibili) tanto da spingere gli altri ad aiutarli con favori speciali, regali o altro; usano il trucco del “povero me”, la persona  che non è mai stata capita, amata, è stata abbandonata o sfruttata (tipico del quadro narcisistico-masochista Self-Defeating Personality Disorder).
La relazione passerà velocemente dall’idillio a una dimensione di possesso, controllo e isolamento (se non fisico, psicologico), peraltro il narcisista tende ad alternare fin da subito un sottofondo sentimentale precoce ad azioni malvagie.
L’eccessiva cura estetica suoni come un campanello d’allarme quando essa dovrebbe essere subordinata ad altri fattori, soprattutto se questi sono connessi all’affettività e al legame.
Fate molta attenzione alla tecnica del “gaslighting” termine che deriva dall’opera teatrale “Gas Light” (1938); in essa si trattava di un marito che cercava di portare la moglie alla pazzia manipolando piccoli elementi dell’ambiente e insistendo che la moglie si sbagliasse o si ricordasse male quando notava questi cambiamenti.
Con il narcisista preparatevi invariabilmente a essere usati come “discarica psichica” per ogni sua possibile ferita narcisistica e per la sua incolmabile rabbia.
RAPPORTO CON GLI ALTRI:
Cerca di mostrare un Sé ipertrofico che, il più delle volte, va di pari passo alle sue mete e ambizioni. In alcuni casi, può dichiarare di non avere alcun sogno o ambizione … in modo da non dover mai affrontare la frustrazione di fallire.
Crede di essere più potente e soprattutto intelligente di quello che è … questo è un suo grande punto debole!
Di fatto ha difficoltà o gli è impossibile entrare in sintonia emotiva con gli altri, quindi reagisce al dolore degli altri con freddezza o con un cinismo non sdrammatizzante ma definibile piuttosto negativistico o svalutante.
NEL COMPORTAMENTO:
Molti di questi soggetti, maschi e femmine, hanno uno stile di vita parassitario, cioè sfruttano gli altri economicamente, emotivamente o in altri modi.
Attenti ai soggetti con uno scarso controllo degli impulsi, ricerca di sensazioni forti (sensation-seeker), una vita sessuale promiscua (brevi rapporti tutti naufragati e magari figli in giro) e precoci problemi comportamentali, sono indicatori di soggetti narcisisti psicopatici.
Il narcisista mostra una scarsa risposta emotiva ad eventi che generalmente negli altri suscitano pena, dolore, preoccupazione, etc.
MORALE:
La sua ambizione amorale lo porta spesso a imboccare la strada dell’illecito: non occorre pensare a crimini violenti, il narcisista (molto più strutturato di uno psicopatico disorganizzato) viola ed elude la legge in modi più sottili.
Scaltrezza e tendenza a giustificare atti negativi possono essere buoni indicatori di amoralità di stampo narcisistico: si raccontano come buoni cittadini ma allo stesso tempo violano le norme sociali senza offrire troppe scuse e sono soddisfatti che gli sia andata bene.
Ha uno scarso (o assente) senso di colpa e si difende tramite una forte razionalizzazione: il mondo apparente del narcisista sembra solido, sicuro e intelligente, tuttavia piuttosto che essere strutturato su ideali e principi, esso si rivela conveniente e opportunistico; la moralità e i valori infatti risultano dei limiti per i desideri del narcisista, il quale, sempre per una sua intolleranza all’informazione reale, riuscirà a piegare la lettura degli accadimenti che lo vedono sfruttatore fino al punto di farsi percepire come vittima.
dott. Alessandro Pedrazzi
Potrete trovare il video integrale su Youtube (https://www.youtube.com/watch?v=3T4ujnXY87s&feature=youtu.be) o alla pagina www.psicologoinrete.com/narcisista.html

36 Commenti

  1. A scuola lo dovrebbero insegnare!!!!!

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    • Assolutamente d’accordo. Si dovrebbe cominciare ad instillare la cultura dell’antinarcisismo nelle scuole. Vere e proprie lezioni di educazione sociale, al pari di italiano, latino, greco e matematica. Non è più importante insegnare a difendersi emotivamente e a costruirsi una buona autostima e un solido rispetto di sé che a declinare correttamente un verbo in greco?

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  2. Secondo me, l’educazione “sentimentale”, emotiva è compito dei genitori, innanzitutto. La scuola in parte lo fa. Le maestre di mia figlia svolgono un ruolo educativo anche da questo punto di vista. Mirano a rafforzare l’autostima dei bambini specialmente nei primi anni delle elementari, osservano i comportamenti dei bambini quando interagiscono tra di loro sia durante le attivtà strettamente scolastiche sia durante i momenti di gioco e se notano qualcosa di strano avvertono sempre i genitori, ne parlano con loro, hanno un servizio di supporto psicologico all’interno della scuola. Ma la scuola non può far tutto, peraltro con quelle quattro lire che destinano sia agli insegnanti che alle strutture. So che la vostra forse era una battuta. Certo è che se i miei gentiori mi avessero parlato invece di lasciarmi sola nella giungla dei sentimenti e peraltro con esperienze di molestie da parte di persone vicine ed insospettabili, forse non sarei cascata nella trappola del NP o di altri imbecilli simili a lui.

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    • Anna ricorda che questo è un fenomeno sociale molto recente. O meglio, la convinzione della “giustezza” di una reazione da parte della vittima è molto recente. O, meglio ancora, il mascheramento è molto recente. La generazione dei tuoi genitori non era abituata ad affrontare mascheramenti, le cose una volta andavano in modo diverso: l’uomo faceva il padrone e la donna era costretta ad accettare. E’ stato dopo il femminismo che l’uomo si è visto costretto a mascherarsi. Diciamo che l’ha dovuto fare per sopravvivere, per continuare a potersi comportare come sempre. Tutti questi meccanismi sono relativamente nuovi, i tuoi genitori non potevano insegnarteli.

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      • Cara Astra,
        mi hai preceduta di pochi minuti….
        Stavo infatti per aggiungere che, volendo spezzare una lancia a favore dei miei genitori e di tutti quelli della loro generazione, in effetti ammetto che allora non c’era la cultura, l’attenzione che c’è oggi sullo sviluppo psicologico del bambino anche se la pedagogia non nasce oggi e si studia anche a scuola (Piaget , la Montessori e compagni fanno parte del corso di studi di certe scuole). Ma come avrebbe potuto mio padre, cresciuto ai tempi della guerra, senza madre e con un padre che doveva crescere sei figli, imparare tutto ciò che sappiamo oggi? Come avrebbe potuto mia madre, cresciuta a casa della nonna, con quattro sorelle che le dicevano che la mamma non la voleva (per questo stava a casa della nonna) imparare tutto ciò che sappiamo oggi?
        E’ per questo motivo che i genitori di oggi che sia pur poco alfabetizzati in materie sentimentali non sono certo emotivamente “analfabeti” come i nostri hanno l’importantissimo compito di aiutare lo sviluppo emotivo dei propri figli come anche la scuola (ben diversa da quella fatta dai nostri genitori) si sforza anch’essa di fare.

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        • Non dimenticare che c’è molta superficialità riguardo all’argomento. Fino a che il problema non tocca te personalmente, lo ignori. Come lo abbiamo sempre ignorato noi prima di cadere nelle maglie di queste relazioni. Quando parli di queste cose agli altri ti rispondono con un secco “volta pagina, non ti meritava”. Sfido tutte le 100.000 persone che sono transitate da questo blog finora a dirci se fossero a conoscenza dell’argomento prima di farsi male.Per questo dico che bisogna lavorare sulla prevenzione sui giovanissimi e chi potrebbe farlo al meglio se non un’istituzione scolastica?

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  3. Concordo. Senza i tuoi articoli io non sarei mai uscita fuori (e ancora non del tutto). Non tutti gli psicologi , peraltro, ne sanno (vedi quella che diceva a Biancaneve: non ci pensare, volta pagina e stai all’aria aperta – mia figlia e le sue compagnette non avrebbero potuto essere più banali). Non escludo di proporre alla scuola di mia figlia qualche corso a sfondo più propriamente psicologico per il prossimo anno che, in effetti, sarebbe molto più utile, ritengo, dei corsi di ceramica.

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  4. Astra ,sul “femmisnismo” forse non siamo tanto d’accordo.Ho la convinzione che sia stato tradito in tutto e che i danni provocati da ua battiglia giusta e sacrosanta siano evidenti. La donna oggi per caso non è più un oggetto?LE donne che si sparano selfie ovunque sono emancipate e sempre relegate nel ruolo di bambole?Vi è parità o solo scambi di privilegi scambiati per diritti in cambio di favori,come il voto o peggio ancora il consumismo. Il femminismo originario è stato sostituito da puro marketing,come capita con tutti i movimenti di diritti civili.Un occasione per vendere.
    Gli uomini sono cresciuti da donne e se oggi sono messi cosi male una domanda me la farei?L’uomo è un oggetto commerciale come le donne.Se ci pensi bene il narcisismo si intravede nelle battaglie sociali degli anni 60 ma sfocia nell’edonismo degli anni 80.Le generazioni ,tutto o nulla sono nate da gli anni 70 e oggi ci stanno i narcisisti mai contenti.E’ un fenomeno sociale indotto. I narcisisti sono buoni compratori. Hai mai visto Mad Men?
    I Narcisisti servono al mercato . LA famiglia non può fare nulla ,perchè i figli una volta usciti dal guscio verrano tempestati da bisogni e malgrado tutta la buona volontà diverranno “speciali” cioè omologati alla massa.

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    • Il femminismo ha esagerato, è andato oltre il suo fine, è sfociato nell’edonismo e ora ci lecchiamo le ferite. Se gli uomini hanno iniziato a mettere in atto meccanismi di difesa tipo quelli di cui parliamo è anche colpa del femminismo.

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  5. La famiglia non può fare nulla, no, non me lo puoi dire, però! Tu sei il frutto della tua famiglia, i tuoi principi, i tuoi valori, il tuo senso della morale chi te li ha dati prima di tutto? La famiglia è il primo nucleo sociale con cui veniamo a contatto e ci condiziona enormemente. Se cresci bene ed equilibrato saprai distinguere quello che è importante e quello che è solo materialismo, saprai dare il giusto valore ala tua persona e far sì che gli altri ti rispettino e considerino anche i tuoi desideri, le tue difficoltà e non solo le loro. Guarda caso io e molte altre come me siamo cadute nella trappola dei NP anche per carenze affettive, emozionali, per un non corretto sviluppo emotivo che se ci fosse stato probabilmente ci avrebbe fatto evitare di stare dietro per anni a questi personaggi. Anche i “poveri” narcisisti, stando a quanto abbiamo appreso anche da questo blog, sono persone con disturbi della personalità dovuti ad un non corretto sviluppo emozionale durante l’infanzia. io sostengo che la famiglia conta, eccome. Poi vengono anche le altre “strutture” (scuola, istituzioni ecc.) che supportano, incrementano, raffinano, quello che comunque, in prima istanza, proviene dalla famiglia. i genitori di Foffo si sono preoccupati solo di dire che a loro non piacciono i gay. nessun commneto sull’omicidio, sull’efferatezza dello stesso, sui motivi, nessuna scusa ai genitori della vittima, niente di niente. Con una famiglia simile le possibilità di crescere sani ed equilibrati si riduce notevolmente, o no?

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    • Anna io vengo da una famiglia solidissima. Eppure sono qui a parlarne e a pormi l’obiettivo di fare qualcosa per contrastare il fenomeno. Sicuramente la forza e l’equilibrio con cui ho affrontato la caduta,elementi che cerco di trasmettere agli altri con questo blog, mi sono stati dati in primis dalla famiglia. Ma la famiglia non si è mai sognata di mettermi in guardia da questi personaggi, non mi ha mai insegnato che i diavoli travestiti da angeli esistono, che le persone ingannano, manipolano, tradiscono, idealizzano e svalutano dal giorno alla notte. Non me l’ha mai detto in primo luogo perchè nemmeno lei lo sapeva. Una volta questo fenomeno non esisteva. Oggi bisogna un pò cambiare i modelli di educazione. Non basta crescere i figli assennati e equilibrati, bisogna andare oltre. Ma ripeto: se non si passa da vicende simili non si ha consapevolezza.

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  6. Anna, la famiglia non può fare nulla.Può immetterti tutti i principi morali che esistono,può farti crescere dritto ma poi è inevitabile che ti scontri con un mondo che funziona al contrario ,e quando dico “funziona”,dico che il modello vincente è proprio il Narcisimo, a Napoli direbbero :”chiagne e fotte”.
    La famiglia può non farti crescere psicopatico ma non può difederti da una società marcia. Vai a scuola ,chi viene premiato?Il furbo.Al lavoro la stessa cosa.Nelle relazioni amorose e amicali?Il Figo. Avete mai pensato che spesso scegliamo in base a questo “futuro” intravisto,mica al presente.E poi ,divorzi,liti,femminicidi,omicidi,violenze di ogni genere e su ogni genere e cosi ci campano gli avvoltoi,il pomeriggio in tv, i giornali ,i maghi della crescita personale. Sai perchè? Perchp la tua famiglia ti ha insegnato a essere te stesso ma il mondo fuori ti vuole diverso e sei costretto a fare il “cambiamento” ma non uno e poi ti evolvi ,no è necessario cambiare come la moda impone, ogni stagione,una persona diversa e tanti nuovi bisogni da soddisfare.Siamo bulici, ci ingozzamo e poi votiamo tutto con la pretese di essere sempre i primi sempre i migliori con amici fighi ,morosi bellissimi da passeggio ma profondamente soli.
    LA famiglia oggi è out,non serve è un ostacolo,leggo cose su i social da far paura,la religione non c’entra nulla ,ci è un attacco alla famiglia in toto,cioè alla stabilità e alle cose durature,perchè è necessario consumare e “cambiare” andare avanti e tornare indietro affinchè tutto sia distrutto per essere ricostruito dai guru del nuovo rinascimento dell’anima. Guardatevi il film Su Hitler,lui è tornato. . Lui non è mai andato via,si è nascosto in modo subdolo e oggi il mein kampf ha vinto con i Narcisiti.
    Io non sarò mai come loro,rimarrò un perdente,ho avuto la possibilità di “cambiare” ma i BORG non mi avranno.

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  7. *Scusate gli errori di ortografia sparsi :-). Non ci è ma c’è , e non votiamo ma vomitiamo. Ho scritto di getto.

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  8. Io faccio un discorso generale sugli strumenti corretti da dare ai figli per poter scegliere. E’ chiaro che subiranno gli attacchi del mondo esterno e a volte sapranno difendersene e a volte no, soffrendone. Concordo con voi che gli “attacchi” esterni sono tanti, sono vari , possono essere subdoli e non sono tutti conosciuti (vedi narcisismo patologico per fare un es.). Pertanto, concordo anche sul fatto che educatori, psicologi, tanto possono fare per diffondere conoscenze, informazioni, attraverso la scuola, attraverso internet (come nel caso nostro), attraverso quello che volete. Jerez, l’impressione però è che tu non dia alcuna speranza. La stampa, la televisione danno solo spazio ai farabutti e ai furbi ma ci sono altrettante persone per bene. Il mondo è di tutti, dei farabutti e degli onesti anche se concordo che questi ultimi hanno la vita decisamente più difficile degli altri ma che gioia quando si incontrano!

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  9. Anna,non è un impressione.A questa “civiltà” non dò speranza è senza futuro,si avvolge su se stessa e alle proprie paure,siamo in un medioevo culturale ,scurissimo Ci rendiamo conto che le persone lavorano ,si sfiancano solamente per poi passare delle “notti da deliro”,per vivere alla grande e poi una volta tornarti alla relatà cioè alla “misera” vita hanno bisgno di un supporto costante mental coach ?
    Oggi è importante non essere mai se stessi ma qualcun altro, buono per ogni occasione. Guarda che io di queste cose ne parlavo con la mia ex ed era dalla mia parte poi è finita con i “nemici” . Il lato oscuro della Forza è molto seducente ;-).
    Se fossi stato uno di loro forse avrei campato meglio,in fondo non mi mancava nulla,caruccio,spigliato,convincente e molto creativo,ma ho sempre preferito tenere le mie cose per le persone speciali,alla fine sono passato per il cattivo che non vuole “cambiare” ,quello che non vuole essere “UNO DI NOI”. Questa scelta l’ho pagata con la mia ex ,con amici ,sul lavoro e in molte altre cose. Il Narcisismo PAtologico è un sintomo della nostra civiltà la malattia ormai diffusa e incurabile . Viviamo la fine della civiltà occidentale è innegabile.

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  10. Hai perfettamente ragione Astra …ed anche tu cara Anna

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  11. Ne ho conosciuti due del tipo “passivo” che facevano dei loro traumi armi di seduzione, paraventi dietro cui celare un modus vivendi parassitario sia emotivo che economivo.Uno , il piu perverso, fingeva continui crolli depressivi che tuttavia a ben vedere si contrapponevano a ciò che poi facevano.Serviva per tenere appesi, per giustificare la mancata assunzione di responsabilità nel rapporto e nella vita e per suscitare in me ( e in molte altre contemporaneamente ho alla fine scoperto) compassione dedizione e il mio mettere a tacere le mie esigenze emotive a suo vantaggio. I pianti e lamenti erano falsi i silenzi per giorni erano tesi a dargli libertà di uscire von altre , mentre mi veniva detto che era ” triste depresso ed in crisi cin se stesso”.Cosi mi umiliava ed ingannava ripetutamente giurando a parole amore eterno, inducendomi a sopportare tutto giacché recitava il ruolo di uomo sofferente.Pian piano la maschera è caduta e la verità è apparsa : nessuna vera sofferenza, stava benissimo cosi rubando l’amore e vivendo rapoorti separati gli uni dagli altri , alternando momenti si e momenti no con le varie prede a seconda del gusto del periodo. Assolutamente privo di morale, di affettività e rispetto colpevolizzava accusandomi di non capirlo abbastanza e di pretendere troppo ( invece c’erano stati anni di attese inutili ed ore tradcorse a parlare per aiutarlo confortarlo e perdonare le violenze morali ripetute con crescente veemenza ).e pensare che se avesdi potuto lo avrei messo nel mio grembo come a dargli un calore materno che non aveva avuto.Ma lui pensava invece ad uccidere ogni mia dignita con insulti tradimenti, recinti alla relazione, sparizioni e bugie in quantita gigantesca. Ed i ritorni disperati in ginocchio a promettere il mondo quando disttutta lo lasciavo. ..per poi tornare ad eseere piu violento fi prima.ora , da poco il no conctat…e comincio a respirare di nuovo anche se la paura di lui è una compagna fedele…

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  12. State attenti a quello che scrive Marina : ” Ne ho conosciuti due del tipo “passivo” che facevano dei loro traumi armi di seduzione, paraventi dietro cui celare un modus vivendi parassitario sia emotivo che economivo.Uno , il piu perverso, fingeva continui crolli depressivi che tuttavia a ben vedere si contrapponevano a ciò che poi facevano.Serviva per tenere appesi, per giustificare la mancata assunzione di responsabilità nel rapporto e nella vita e per suscitare in me ( e in molte altre contemporaneamente ho alla fine scoperto) compassione dedizione e il mio mettere a tacere le mie esigenze emotive a suo vantaggio.”
    Quando capita e capita di sicuro che il vostro partner assume questo atteggiamento e “crolla” è un mera manipolazione,ho passato nottate,giornate ,settimane a risollevarla da questi crolli e poi non erano veri. Servano a suscitare compassione e senso di colpa.
    Quando non si riesce a dare aiuto alla persona amata si ci sente dei falliti e il legame tossico di rafforza a favore dello psicopatico,dato che è privo di empatia. Più li aiutate e più sarete deboli a i loro occhi. Ragionano cosi ,al contrario …

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  13. Giusto jerez. Il terzo mio Np era invece del tipo vincente , adorato nel lavoro in famiglia dagli amici, si sentiva dio e gli altri io inclusa lo reputavamo talr.a me ha poi mostrato il lato disumano ipocrita e distruttivo ma paradossalmente almeno non ho subito grosse colpevplizzazioni…lui non aveva bisogno di me non ero ( come gli altri due mi dicevano l’unico amore e punto di riferimento)cosi sspezzare la dipendenza è stato un po piu facile.con gli altri due invece dopo anni di torture psicologiche rifiuti e ritorni tradimenti e quant’altro ho poi dovuto subire mesi anni di stalking di minacce di suicidio ( che oggi mi fanno ridere giacvhe so che già giuravano eterno amore altrove) e minacce alla mia incolumità ( forse in questo caso non mentivano).quindi attenzione ai lupi ma attenzione di piu ai lupi vestiti da agnelli

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    • “ho poi dovuto subire mesi anni di stalking di minacce di suicidio ( che oggi mi fanno ridere giacvhe so che già giuravano eterno amore altrove) ”
      Lo “stalking” è durato per 2 anni di relazione 😉 , poi manco mi conosceva più .E riguardo questa cosa qualche mese fà ,mi ha tirato un esca in proposito ,qui non posso scrivere.. Si crede che sono scemo davvero ,ero sotto ipnosi prima,ma poi ho visto e capito .
      Oggi , io rido quando ci penso è diventato un aneddoto:”Una volta sono stato con un Borderline… ” ( Diagnosticata e con pensione ,come mi dissero a fine della relazione)
      Come tutte le cose prima ci soffri ,poi dimentichi pian piano e poi sono storie da raccontare. E’ vero che lasciano tracce nella psiche di ognuno di noi,non sarebbero psicopatici,ma poi almeno li riconosci subito e sopratutto capisci una volta per tutte chi devi evitare come partner,psyco o meno.
      Sai la cosa che mi fà più ridere?Mi disse che io ero un drogato,perchè prendevo aspirine (sotto controllo medico) per il mal di schiena cronico durante il cambio di stagione,lei oggi esce con spacciatori e drogati veri e và ai festini. In un certo senso di tutte le maldicenze ,le calunnie che mise in giro mi sta ripulendo e sapere che sua madre che mi aveva trattato come un’appestato oggi piange per coem si comporta la figlia mi dà gusto. La figlia zoc..la la tiene lei altro che angioletto ed io demonio.
      Vedi ,questi tipi riescono a manipolare la realtà ma poi la M.. viene sempre a galla.
      In ogni caso oggi i narcisisti non hanno più segreti per me 🙂 .
      Siamo come Van Helsing :-))))

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      • Beh in un certo senso siamo “esperti”, le cicatrici interiori ci ricorderanno per sempre cosa sono questi individui ed è vero…oggi è semplice individuarli .Chiamala “capacità acquisita” .Triste conquista …ma pur sempre conquista di un sapee vedere …un terzo occhio insomma.

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  14. Ho scoperto dopo la convivenza che il mio compagno è un narcisista,leggendo i vostri commenti mi ci ritrovo,ego smisurato,cerca approvazioni sempre,dentro e fuori il rapporto con me..lo conosco da 4 anni ma solo dopo la convivenza ho scoperto chi veramente lui sia,all’inizio della relazione dove io non volevo un rapporto serio,mi cercava sempre,mi desiderava,era un amante attento e perfetto in tutto..appena mi sono decisa a prendere la storia facendo seriamente come a detta sua ha sempre desiderato è di colpo cambiato..non facciamo piu sesso,ha perso interesse praticamente,l altro giorno ho anche scoperto che fa uso di viagra,e da quando gli ho sbattuto in faccia la verità,cioè che so che prende queste pillole,da allora mi riempie d’attenzioni,regali e dimostrazioni estreme d’affetto. Il sesso continua ad essere inesistente tra noi,io non so piu come comportarmi perché lo amo e non vorrei perderlo. Grazie tante ..Ele

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    • Eleonora se lui è davvero un narcisista patologico va assolutamente rivisitata l’idea “lo amo e non vorrei perderlo”. Non ci si può aspettare che questi personaggi cambino, è più facile assistere a una nevicata su una spiaggia in pieno Agosto. Credimi.

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  15. Vorrei dare un mio contributo ai vostri interventi. È molto pericoloso considerarsi solo “vittime” di un narcisista patologico. È vero, sono abilissimi muta-forma, ovvero riescono ad assumere le fattezze del vostro amante ideale. Sanno esattamente ciò che cercate, e ve lo danno, ovviamente per ottenere molto di più in cambio. Ma per trarre veramente un insegnamento da un’esperienza del genere non basta smascherarne le dinamiche, e sentirsi finalmente “vaccinato” e paladino della verità. Questa è la prima fase. Poi dovrebbe arrivare quella più dura da sopportare, e cioè che il narcisista non attrae solo candidi agnellini sprovveduti, ma anche chi ha dei tratti in comune con lui. La tentazione di proiettare tutto sul “mostro” riguarda anche noi; ma perché mai ci siamo sentiti così attratti? Solo perché mamma’ non ci aveva messo in guardia? Il discorso sugli aspetti sociali è interessante, purché non faccia da coperta alle responsabilità personali.

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    • Chiara, grazie del tuo contributo. Si la strada della guarigione è lunga e prevede anche un imprescindibilr percorso di autoconoscenza. Si possono scoprire problemi con le proprie barriere, o meccanismi di dipendenza emotiva, o tratti narcisisti. Non si può escludere che anche il partner di uno psicopatico sia a sua volta profondamente disturbato come lui (ma se questo capita, di certo non viene qui a scrivere dei suoi problemi e dolori). Tuttavia, quando il non-psicopatico ha a che fare con un vero e proprio psicopatico, e non con chi ha solo sei tratti della personalità di tipo che lo ricordano, prendersi la responsabilità è ancora non aver capito fino in fondo il problema, temo. Non posso sentirmi responsabile di essere stata ingannata costantemente dal più abile dei mentitori, e manipolata proprio grazie alle sue convincenti bugie, che escono di continuo dalla sua bocca senza il minimo segno di nervosismo o incertezza. Non sono colpevole di avergli creduto, perché non mi raccontava che gli asini volano, ma simulava perfettamente le emozioni e i comportamenti di un uomo sano, retto, onesto, responsabile, innamorato, e impegnato nella relazione. Non avevo la più pallida idea di quello che c’era dietro le scene (roba gigantesca, che è difficile pure da immaginare), e appena ho intuito che c’era qualcosa di profondamente sbagliato ho approfondito e allo shock è seguita la fuga. Io mi sento una vittima, e anche se sono consapevole dei motivi per cui a questa parola ne vengono sostituite altre (in inglese si preferisce parlare di ‘survivor’, sopravissuto), trovo che almeno fino a quando ero completamente inconsapevole di essere nelle mani di uno cosí profondanente disturbato, sono stata una vittima.

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    • Brava,il tuo contributo è interessante.Per come la penso io ,i narcisisti degli agnellini non se ne fanno proprio nulla,hanno bisogno di qualcosa che sia interessante ,difficile da ottenere. Chi ha avuto una relazione con un NP è più vittima di se stesso per certi versi, perchè non sapeva di avere degli aspetti del proprio io ,nascosti e non perfettamente apposto.Quello che ti inganna e poi ti lacera è la luna di miele ,la supervalutazione che fà crescere a dismisura l’ego ,quando avviene la distruzione fà male perchè ci si credeva davvero.
      L’esperienza deve servire a non ricadere più nel tranello della “tentazione di grandezza” e anche in quello della distruzione della propria autostima. In fondo abbiamo parlato con uno specchio.

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  16. Premetto che uscivo da due relazioni insane e già destabilizzanti con soggetti che avevano in modi differenti abusato di me psicologicamente e fisicamente. Dopo un anno di tranquillità incontro lui, bellissimo, lavoro e vita affascinante, che gli danno un’area di forza e altruismo. Sembra l’uomo perfetto. Iniziamo a frequentarci ma con la scusa degli impegni lavorativi dilata moltissimo gli incontri. Passano le settimane e inizio a rendermi conto di come mantenga una freddezza inquietante negli atteggiamenti: al di fuori del letto mai un gesto di tenerezza, di passione per qualcosa, mai un grazie o una gratificazione per le mille attenzioni con cui lo ricopro, mai un complimento… eppure quando provo a chiedere spiegazioni è sempre evasivo, ma se provo ad allontanarmi mi trattiene adducendo difficoltà dovute a precedenti sofferenze amorose. Inizio a notare cose “strane di lui”, un rapporto morboso col telefono (sempre attaccato, ma con chi?!), è sempre solo e non parla mai di famiglia o amici, dorme con un coltello sotto il cuscino, ha un rapporto maniacale con il cibo a livello salutistico e al contempo prende degli integratori, magro da essere quasi anoressico, curatissimo fisicamente e con piccole manie per l’igiene orale o la pulizia dopo i rapporti sessuali, meticoloso in maniera assurda in alcune attività domestiche e contemporaneamente assoluta trascuratezza per l’ambiente in cui vive. Inizia ad indurmi stati di sofferenza con silenzi a mie domande, piccole punture alla mia autostima tipo sguardi sprezzanti e commenti per un vestito o piccoli difetti fisici, ma contemporaneamente mi vezzeggia con gesti idioti tipo imboccarmi un dolce a cena, le attenzioni a letto, mandarmi una sua foto o quella del luogo del nostro incontro. Inizio a impazzire non capendo più cosa pensare, agli eccessi delle mie domande incalzanti manifesta improvvisi scatti di rabbia verbali soprattutto volti a sottolineare come la mia sofferenza emotiva “non sia colpa sua”. Di fatto sento che verso di me dopo 4 mesi non prova assolutamente nulla, neppure un minimo e pietoso affetto. Senza vie d’uscita e davanti al suo rifiuto di qualsiasi chiarimento faccio alcune domande a sue ex frequentazioni e colleghi e ne emerge l’immagine di un uomo asociale e anaffettivo (raccontano di come alla morte di un suo amico sia rimasto di ghiaccio), compulsivo nella ricerca di partner sessuali anche in contemporanea e anche giovanissime, infedele cronico anche nella sua ultima relazione passata di lunga durata, anaffettivo (pare abbia problemi nel “concedere” addirittura contatti fisici come un abbraccio), con sbalzi d’umore da depresso a esaltato, una profonda consapevolezza della propria bellezza fisica (altro che timido e insicuro come si era presentato a me!), un certo cinismo nel considerare quasi con disprezzo i sentimenti e il dolore delle proprie frequentazioni. Dai colleghi viene anche descritto come un approfittatore. La ex storica lo descrive come burbero ma dolce di fondo, ma durante la loro relazione travagliata pare abbia provato a lasciarlo più volte e lui abbia sempre riallacciare con gesti disperati e al termine l’abbia perseguitata per un anno con lettere email messaggi e appostamenti sotto casa. Attualmente sono in shock completo per la discrepanza tra questa persona e quella da favola che avevo conosciuto in principio. In mio chiedere informazioni su di lui mi è valso da parte sua la minaccia a non intromettermi più nella sua vita privata e non parlare più con nessuno pena il “farmi vedere quanto possa essere veramente bastardo”. Una delle sue preoccupazioni maggiori credo sia che sa che so delle sue mille passate infedeltà alla ex storica che ancora in parte gli è affezionata e a cui deve metà delle sue possibilità di lavoro ogni anno…

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    • Sara, da quello che mi racconti hai avuto una grande fortuna: non sei stata scelta come la preda di medio- lungo uso/abuso. Altrimenti avrebbe coperyo meglio il fatto di non provare neppure affetto per te. ma anche se durata poco, è comunque una esperienza devastante che ci cambia profondamente. Le sue minacce e intimidazioni sono da copione: arrivano quando hanno capito che la vittima non può piu essere manipolata in alcun modo e dunque non può essere più usata (traguardo che la sua ex storica purtroppo non ha ancora raggiunto). Lui ha capito che l’hai smascherato. Il resto è victim blaming. Il problema sei tu che ti intrometti nella sua vita privata e non lui che manipola a proprio uso e consumo persone facendo leva sulla propria capacità di mentire e sulle emozioni degli altri. Capisco lo shock! Fino a che non si vivono queste esperienze non si pensa che individui del genere possano esistere.

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      • I tempi sono stati in effetti di 5 mesi soltanto e avendo reagito in maniera probabilmente imprevista (non chinando la testa al suo “non ti devo spiegazioni, zitta”, ma anzi, andandomi a cercare il quadro completo per capire dagli altri) ed essendo ora di fatto una minaccia (ho capito troppo e conosco troppa gente in comune, in primis la ex che ancora “usa” per il lavoro) penso che sarò tra le fortunate “out” senza ritorno. Un’altra ragazza con cui ha applicato modalità relazionali simili e arrivata alle mie stesse conclusioni ma senza strappi grossi la contatta ancora ciclicamente dopo 4 anni, nonostante lei non ne voglia sapere… anche per lei prima l’uomo perfetto, ideale… e poi un mostro. Dicono spesso dell’intuito e dei piccoli segnali e mi pento di non averlo seguito… dal principio l’ho sentito “strano” e ricordo che la prima volta che venne a casa mia gli “presentai” per rompere il ghiaccio la mia coniglietta tenendola in braccio: lui rimase a sei passi da me immobile con uno sguardo gelido senza dire una parola nè fare un gesto. Pensai: che persona è uno che non prova il minimo moto di tenerezza per un animaletto così? …una persona che non sa cosa sia l’empatia. A 360°. Purtroppo però nonostante il breve tempo il trauma maggiore è a livello sessuale per l’idealizzazione con cui si è posto e che si insinua nell’ambito in cui ero e sono appunto più fragile per le relazioni passate. Mi sento incredula verso me stessa per non aver compreso di aver davanti il nulla, una recita… furiosa con lui al pensiero che magari possa rifarlo a qualche ragazzina giovanissima… impotente. E destabilizzata.

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      • Capisco cosa vuoi dire sull’idealizzazione e il piano sessuale. L’intensità sessuale di questi disturbati mentali non può essere paragonata a nulla. Si ha l’impressione di vivere ad una dimensione irraggiungibile se non con loro. Poi con il tempo, per chi come me ha avuto questa sfortuna, si capisce che alcuni tratti sessualmente abusanti diventano sempre più estremi fino a che si arriva, nella maggior parte dei casi, alla vera e propria violenza sessuale quotidiana (questo per fortuna te lo sei risparmiato). Le ragazzine…eccone ancora un altro. Da quello che leggo, e dalle esperienze che altre vittime condividono, è molto comune. Sono prede piu facili da catturare. E naturalmente meno sono psicologicamente solide e meglio fanno a loro comodo. Ricordati che quell’intensità sessuale è frutto di un profondo disturbo mentale, e non di una grande e magica intesa.

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        • Non essendo una persona “passiva” è molto duro anche questo… mettere a tacere l’istinto del pensare di “salvarlo da se stesso”, perché impossibile, e accettare che socialmente sarà una mina vagante per chiunque incontrerà.. e purtroppo essendo veramente un bell’uomo e facendo un lavoro che lo porta sempre in contatto con persone, donne e ragazze e gli fornisce situazioni e location di seduzione e aggancio ideali… andrà avanti a farlo… che sappiate come “malattia” ha un andamento (ad esempio nel tempo verso maggiore aggressività o altro…) o è un continuo ripetersi stabile sugli stessi meccanismi?

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  17. E… un’altra domanda… se qualcuno sa aiutarmi: una sera c’è stata da parte sua la confessione (seguita all’annuncio di dovermi fare un “discorso serio”) di un suo orientamento bisessuale… alle mie successive richieste di chiarimento non ha mai smentito il fatto, ma anzi, alle mie rassicurazioni di accettazione, ne ha dato tacitamente conferma. Poichè le persone a cui ho provato a chiedere di questa cosa si sono fatte una grossa risata affermando incredule che a lui piacciono le donne… e molto! mi domando: può essere veramente una componente magari anche alla base del suo disturbo come non accettazione di sè che lo spinge uleriormente a questa serialità di conquiste usa e getta e lo blocca affettivamente, o solo un altro “trucco” di manipolazione di cui comunque non riesco a comprendere il fine concreto?!

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    • Sara, se fosse classificabile come narcisista, sociopatico, psicopatico (cosa che non possiamo sapere nè determinare in questo forum), chi fa ricerca su questi individui dice che i comportamenti aggressivi e trasgressivi si intensificano con il tempo fino all’età, piu o meno, di 50/55. Dopo di che pare ci sia un plateau. Ma la ricerca continua e questa non è una risposta definitiva. Perchè aumenta l’intensità? Perchè questi individui non vivono le nostre emozioni, ma hanno una esperienza emotiva molto superficiale che li fa sentire vuoti e annoiati, dinque per provare sensazioni forti si dedicano a comportamenti rischiosi, promiscui, trasgressivi (e questa è la risposta alla tua seconda domanda). Ma hanno bisogno continuamente di intensificare gli stimoli per sentirsi (temporaneamente) soddisfatti.

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      • Immagino allora che sarebbe perfettamente coerente col quadro il fatto che di lavoro sia guida alpina e che pratichi quindi attività ad alto rischio… che io abbia sempre sentito ben poca reale passione da parte sua per il suo lavoro (chi ama la montagna ama normalmente anche parlarne, ammirarla, fotografarla… lui mai), che la sintesi del suo pensiero sia – parole sue – che “non bisogna mai fermarsi troppo altrimenti tutto poi se ne va” e che una sua ex frequentazione si sia dovuta confrontare in passato con un suo profondo momento di depressione causato, come da lui dichiarato, proprio dall’aver raggiunto l’obbiettivo della qualifica e nel sentirsi quindi a quel punto demotivato e spaesato…. diventa sempre più forte il mio stato di shock di fronte al possibile scioglimento di tutte le incoerenze e di tutti gli interrogativi che per mesi non hanno trovato risposta…

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  18. Si potrebbe obbligare la famiglia ad educare i figli in un mondo ideale dove mettono al mondo figli solo coppie mature emotivamente… Dato che non è così, e i figli li può fare chiunque, dovrebbe essere d’obbligo nelle scuole arginare il problema intervenendo, dando per scontato che i bambini non hanno un’educazione emotiva.

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  19. è tutto molto bello…. parlare di genitori che hanno fatto o che non sapevano e quindi non potevano fare ma….. se uno dei genitori è un manipolatore perverso e l’altro il suo bambolotto non credo possano dare proprio nulla…. certo ti mantengono e ti danno tante cose ma ti lasciano anche paure, insicurezze, metodi relazionali errati e nocivi che ti porteranno magari ad incontrare altri come loro….. Unica speranza è quella che crescendo e scoprendo di avere avuto un genitore così ci si riesca a re-inventare come persone nuove.
    La difficoltà sta nel fatto che un genitore con una patologia simile non è molto gestibile dall’esterno…. cosa potrebbe fare un insegnante? ma insegnare ai ragazzi cosa è la manipolazione può essere una difesa possibile.

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