Prima parte
La figura del narcisista richiama l’immagine di un soggetto prestante, atletico, fascinoso oltre che sveglio e intrigante. Ma l’età passa per tutti e le forze su cui questi personaggi fondano la propria superiorità sono destinate ad affievolirsi e a tramontare con l’andare del tempo. Vorrei dedicare a questo argomento un articolo, ripreso da Malignant Self Love di Sam Vaknin, che per comodità divido in due parti, la prima dedicata alla mezza età e la seconda alla vecchiaia.
Le crisi della mezza età sono un fenomeno molto diffuso ma controverso. Le donne raggiungono la menopausa tra i 42 e i 55 anni. La quantità di estrogeni diminuisce progressivamente, parti importanti dell’apparato riproduttivo smettono di lavorare il ciclo mestruale si interrompe. Molte soffrono di scalmane e di osteoporosi, un indebolimento delle ossa.
L’andropausa è una questione diversa. Il graduale abbassamento dei livelli di testosterone negli uomini non è così incisivo sulla personalità come il deterioramento degli estrogeni nella donna. Non è stato dimostrato alcun legame tra i processi fisiologici e ormonali e la famosa “crisi di mezza età”. Essa ha piuttosto a che vedere con l’accumularsi di eventi logoranti e fattori di stress e soprattutto con la mancata realizzazione dei progetti, dei sogni e delle aspirazioni, con il divario cioè tra ciò si era immaginato dovesse accadere e la vita reale. Una volta raggiunta la mezza età, si tende a credere che gli uomini siano più insofferenti nei confronti della propria vita, del proprio lavoro e della propria moglie. Delusi, disincantati e disillusi, credono che probabilmente non avranno una seconda chance; che hanno perso il treno e che i loro sogni rimarranno tali. Non c’è nulla che non vedono l’ora che accada. Si sentono vuoti, frustrati, stanchi e intrappolati. Mettono nel conto traumi e sconvolgimenti personali come smettere di lavorare, la morte dei genitori, l’abbandono del nido da parte dei figli e il divorzio.
Alcuni considerano questo momento un passaggio. Si pongono nuovi obiettivi, cercano una nuova compagna di vita, formano una nuova famiglia, si appassionano a qualcosa di nuovo, si inventano nuovi stimoli professionali, cambiano lavoro o si trasferiscono. Si rigenerano e ricostruiscono l’impalcatura della propria vita. Altri invecchiano pieni di rabbia. Incapaci di affrontare le baraonde, si rifugiano nell’anestesia emotiva, nella trascuratezza, nell’evasione, nell’alcolismo, nello stacanovismo, nel degradamento o nella sedentarietà.
Un’altra fonte di insoddisfazione è la prevedibilità della vita. Da giovani si tende ad andare a caccia di continue scariche elettriche emotive, si rincorrono sogni e speranze, fantasie e aspirazioni e, così facendo, la maggior parte soccombe e viene risucchiata nel pantano della mediocrità. La routine fagocita e consuma, le abitudini possono bruciare l’energia delle persone lasciandole dilapidate e vuote. Cosa ci aspetta lo si sa con sconcertante certezza e una simile sensazione manda ai pazzi il narcisista. Paradossalmente questo soggetto, che soffre di progeria mentale-la malattia che causa l’invecchiamento precoce-, è meglio attrezzato per superare problemi di tal genere. Sottoposto ad abuso infantile, il narcisista invecchia prematuramente soffrendo, per una distorsione del tempo, di attacchi continui di crisi di mezza età.
Da una parte continua a sognare, a sperare, a pianificare, a cospirare, a macchinare e a litigare per tutta la vita. Per quanto lo riguarda, la realtà, con i suoi risvolti deludenti, non esiste. Vive in un mondo tutto suo, dove la speranza regna indiscussa. E’ un universo di botte di fortuna ricorrenti, di ineluttabile accidentalità, di buoni auspici, di circostanze fortunate, di colpi vincenti e di coincidenze. E’ un universo imprevedibile, stuzzicante ed eccitante. Il narcisista si sente annoiato per lunghi tratti di tempo ma solo perché non vede l’ora che arrivi la Scarica con la S maiuscola. Dall’altra è sempre nel mezzo di una crisi di mezza età: la realtà è costantemente al di sotto dei sogni e delle sue aspirazioni. Soffre di vuoti persistenti, gli stessi che affliggono l’adulto sano di mezza età. Ma il narcisista ha un vantaggio rispetto alla gente normale: è abituato a essere deluso e disilluso dal momento che è costantemente l’artefice dei propri disastri, svalutando persone e situazioni che aveva prima idealizzato.
Per fronteggiare questa ribollente e infestante crisi adotta con regolarità una serie di meccanismi psicologici: la dissonanza cognitiva, i cicli di idealizzazione e svalutazione, i bruschi passaggi di umore, il capovolgimento dei modelli di comportamento, gli obiettivi. Cambiamenti di compagnie, di amici, di lavoro e di abitazione costituiscono il pane di tutti i giorni e validi strumenti di fuga. Mentre l’adulto sano e maturo si confronta tardi nel corso della vita con il divario abissale tra l’immagine di se stesso e il sé reale, tra i sogni e i risultati raggiunti, tra il mondo di fantasia e la realtà, il narcisista lo patisce costantemente e sin da giovane. La persona sana rifugge dalla prevedibilità della routine e la detesta. Al contrario, il narcisista non è prevedibile o routinario nel vero senso della parola.
L’adulto quarantenne sano tenta di metter mano ai deficit strutturali ed emotivi della propria esistenza ricorrendo a un rimodellamento del suo impegno oppure a una rottura definitiva. Il narcisista fa entrambe le cose. Regolarmente e abitualmente. La personalità è rigida ma la sua vita è elastica e irrequieta. La giornata tipo è piena di sorprese e imprevedibilità; le sue manie di grandezza sono talmente lontane dalla realtà che anche il disincanto e la frustrazione sono di fantasia e pertanto facilmente superabili. Abbastanza presto si impegnerà in un nuovo progetto ugualmente eccitante, grandioso e impossibile a quello precedente. Il divario tra le favole che si racconta e la verità è abissale al punto che sceglie di ignorare la propria realtà. Si circonda di persone che, condividendo questa scelta, gli confermano l’illusorietà del vero scenario e la veridicità del mondo di fantasia che ha dipinto.
Pretese di tal portata, seppur controproducenti e pregiudizievoli, sono necessari strumenti di difesa. Il narcisista non attraversa una crisi di mezza età perché continua a essere il bambino di sempre, immaturo, imbronciato e ingrugnito, incapace di rinunciare alla gratificazione immediata, non propenso a impegnarsi o assumere ruoli e responsabilità da adulto, il bambino che continua a sognare e a fantasticare, innamorato a vita di se stesso e del romanzo che è la propria esistenza. SEGUE.
Astra
Nonostante tutto … quanta pena mi fanno!
Quanta pena mi fa …
Ma se io capissi di esser così, cosa farei? Mi cambierei, o vorrei cambiarmi … ma sappiamo che che loro non si considerano tali, ma una certa anomalia del loro essere la riconoscono, cosi almeno il mio ex … o era solo un modo x farsi compiangere?
Che tristezza!
Insomma questi cascano sempre in piedi anche con le crisi di mezza età sembrano a loro agio….e in vecchiaia saranno sempre i soliti sempre in cerca di qualcosa che non esiste..patetici figuriamoci con l’età che avanza ma a loro non turbera’ affatto…penseranno di essere IRRESISTIBILI vecchi..questi il problema non se lo pongono proprio
Ho vissuto per quasi vent’anni accanto ad uno così
Quella che é stata la mia n/p ha cinquant’anni,é certamente una donna molto bella,e spesso e volentieri si fa accompagnare…(diciamo cosí) da uomini molto piú giovani di lei.Ho letto che man mano che l’etá avanza non disdegnano di avvicinarsi addirittura a ragazzi poco piú che adolescenti.Naturalmente anche l’abbigliamento era incline alle teen-agers… Seduttiva sempre,comunque e con chiunque.Tristezza.
Questo articolo è di una verità impressionante. Rivedo in tutte le parti la dettagliata descrizione del mio ex marito purtroppo narcisista che dopo quasi 40 anni è andato a cercarsi altrove la sua seconda vita come lui la definisce. Io all’inizio ho molto sofferto poi ho capito che è meglio lasciarli andare la loro vita è solo un fallimento sia lavorativo che affettivo peccato che distruggono la famiglia figli, nipoti etc senza un minimo di coscienza, non si vergognano di niente e pensano solo a loro stessi.
il mio ex np non è un fallito a livello lavorativo, anzi, si fa apprezzare tantissimo, da sempre. è intelligentissimo e pieno di iniziativa. ma è lo stesso soggetto descritto a 40 anni di questo articolo….