Ruolo e tipologia della figura materna sono fattori determinanti nello sviluppo della personalità di qualsiasi individuo. Il recente articolo Natura contro cultura ha ravvisato le cause scatenanti i disturbi di personalità in fattori genetici e di crescita. Lasciando ad altri il compito di pronunciarsi sul peso dei primi rispetto ai secondi, vorrei soffermarmi sui diversi tipi di madre che possono provocare disfunzioni comportamentali e soprattutto relazionali nei figli, richiamando in primo luogo il concetto di madre sufficientemente buona delineato dallo psicanalista inglese Donald Winnicot, quello a cui tutte le mamme dovrebbero ambire, il punto di equilibrio tra diverse modalità di interazione familiare. La madre di Winnicot è colei che sa rispondere istintivamente alle richieste del figlio. Una figura materna non perfetta ma capace di fare il proprio meglio in ogni circostanza e in grado di mettersi in discussione. Purtroppo disfunzioni educative sono presenti nella maggior parte delle famiglie, non c’è cosa più ardua che dare ai propri figli una formazione equilibrata e metterli nelle migliori condizioni di affrontare le difficoltà del futuro. Descriverò brevemente le principali categorie di madre precisando che si tratta di una suddivisione non rigida dal momento che spesso la figura materna riflette caratteristiche di più gruppi tra quelli descritti.
La madre totale è quella che si sente realizzata con la maternità e che rinuncia a tutto per i propri figli, amicizie, passioni, lavoro, persino al marito, relegato a un ruolo marginale nella famiglia, in cambio della loro dipendenza psicologica. I figli della madre totale potrebbero incontrare difficoltà a separarsi e dare vita con lei a un complicato rapporto di amore/odio. Le femmine cercheranno di emularla oppure si allontaneranno in modo polemico e rancoroso. I maschi soffriranno la scarsa presenza della figura paterna e la trasformeranno nell’incertezza della propria identitá sessuale, avranno difficoltà nei rapporti con le donne e nell’organizzare la loro vita sviluppando probabilmente forme di dipendenza.
La madre nera rimugina sui suoi fallimenti, pensa esclusivamente in negativo e inconsciamente vorrebbe che i propri figli avessero la stessa condanna. É la madre che tinge di nero qualsiasi iniziativa e gioia, che critica e giudica negativamente anche i successi. I figli potrebbero crescere sentendosi inadeguati ed insicuri e portando sempre con sé la sensazione di non essere stati mai amati. Interpretanno l’avversità della madre come un non amore e si sentiranno buoni a nulla e falliti. Potrebbe verificarsi il fenomeno della “profezia che si autoavvera”: qualora la madre creasse le premesse di una vita catastrofica, il figlio potrebbe davvero crederci e costruirsi un avvenire pieno di avversità e tristezza. E’ però possibile una reazione: è il caso dei figli che se ne vanno di casa per costruirsi una vita migliore pur conservando un velo di tristezza e di malinconia.
La madre vittima ama lamentarsi e spera che qualcuno la salvi dal suo triste destino. Sottopone i figli alla violenza psicologica delle sue lamentele, pretendendo di essere compresa, protetta e compatita. Da bambini chiede loro di non crearle problemi e da adulti di proteggerla e aiutarla. I primi cercheranno di comportarsi da adulti per sostenerla impostando un rapporto anomalo in cui il ruolo genitoriale spetta al figlio. Insicurezza, ansia e senso di colpa saranno preponderanti da adulti quando potrebbero soffrire di dipendenza da alcool e droghe.
La madre narcisista vede i propri figli come l’orgoglio di cui vantarsi, ha grandi ambizioni per loro e li esibisce al mondo come i propri gioielli. Succede spesso che essi raggiungano il successo ma in ambiti che non corrispondono ai loro desideri e questo potrebbe  renderli profondamente frustrati. I figli di madri narcisiste diventano con ogni probabilità narcisisti: fin da bambini sentono di non essere amati per quello che sono realmente e imparano che l’amore non è un sentimento libero ma condizionato. Ecco perché i narcisisti hanno bisogno di continue conferme e di rispondere positivamente alle aspettative e ai giudizi degli altri.
La madre isterica si altera per un nonnulla, ha sbalzi d’umore ed evidenti atteggiamenti seduttivi. Aggredisce i figli in modo passivo, con il silenzio, o con rimproveri esagerati per stupidaggini. La loro crescita sarà improntata al terrore di essere puniti per qualsiasi cosa, alla paura e all’incertezza. Impareranno a non fidarsi degli altri e proveranno senso di colpa per il fatto di poter generare reazioni esagerate.
La madre istrionica ama mostrarsi e attirare l’attenzione altrui. Seduce e vuole sembrare più giovane mettendo in imbarazzo i figli con i sui modi stravaganti e maliziosi. Questi si vergogneranno probabilmente di lei e cercheranno di non farsi vedere in pubblico in sua compagnia.
La madre depressa, che conduce una vita priva di significato spesso a causa dell’abbandono dei propri sogni per conformarsi alle esigenze della famiglia, rende malinconici anche i propri figli che si sentono abbandonati da una figura materna priva di energia. Può accadere che anche loro vivano una vita senza interessi, senza passioni, senza gioia, che diventino precocemente adulti per aiutarla o che rimangano infantili e dipendenti da lei.
La madre ansiosa è quella che corre dal pediatra per disturbi insignificanti, che non si fa guidare dal proprio istinto materno e che ha bisogno di sicurezze in un mondo in cui tutto è insicuro e mutevole. I suoi figli potranno diventare tristi e sfiduciati nelle proprie capacità tanto da raggiungere l’apatia.
La madre assente non vuole assumersi il compito di crescere i propri figli. Delegando tutto a figure sostitutive non partecipa alla loro vita, non sta mai con loro e scappa dall’incombenza della figura materna vivendo tuttavia un grande senso di colpa. Spesso chi accudisce al suo posto può diventare molto importante e riparare i danni fatti, altrimenti nei figli  potrebbe generarsi una profonda insicurezza.
E’ bene preservarsi da ansiogeni sensi di colpa. L’importante è essere consapevoli di poter cambiare. Ogni madre dovrebbe avere gli strumenti per individuare errori nel proprio stile comportamentale e correggerli. I problemi vissuti nel rapporto con la figura materna potrebbero sfociare nella dipendenza dai suoi giudizi ed insegnamenti. Insicurezza, senso di colpa, dipendenza da droghe/alcool e disordini alimentari possono essere conseguenza di rapporti disfunzionali con la propria madre. A volte, l’unico modo per spezzare il legame materno si rivela andar via di casa, costruirsi una propria vita e migliorare la propria autostima.
Viviana Conti, psicoterapeuta/vivianacontic@gmail.com

6 Commenti

  1. Quando non si hanno radici, non si possono mettere le ali. Peraltro, se i figli studiano, andare via diventa veramente complesso. Con quali strumenti interni si va via? Ho fatto per anni psicoterapia e questa idea è stata sempre scartata.

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  2. Ci sono tanti figli che non se ne vanno di casa fino ad età avanzata solo per la comodità di avere cena pronta e camicie stirate. Se tu figlio capisci che il rapporto con tua madre è più dannoso che benefico, anche per quelli che ti stanno e staranno intorno e non solo per te, devi rinunciare alle comodità e prendere in mano la tua vita.

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  3. molto interessante grazie blog – come sempre del resto. sto molto riflettendo sulla madre che ho e sulla madre che sono, mettersi in discussione con il giusto equilibrio credo sia una buona ed onesta strada. Desidero solo che mio figlio sia semplicemente un persona felice, questo è l’augurio più grande che gli faccio.

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  4. Astra se ti dico che la madre della mia ex Narci,era praticamente tutte le madri elencate che cosa ne viene fuori?
    Sembra assurdo ma ,puoi aver studiato e sapere tante cose ma se non sei mai entrato nel mondo degli psicopatici non sai nulla della vita.
    Spezzare il legame materno?In alcuni casi nemmeno se si và in un altra galassia si può,alcuni la portano sempre dentro .Quanta amarezza ,vedo che ormai la nostra generazione affonda in queste malattie dell’anima e della mente. Tutti hanno bisogno di una guida su i social è un tappeto di aforismi sulla vita,la famiglia,l’amore e tutto il cucuzzaro ,ognuno il contrario dell’altro . Viviamo in una società malata,dove la libertà viene inteso come essere senza regole e senza morale. Non ho figli e avrei paura ad averne .Paura di crescere un piccolo mostro narcisista o una pecorella da sbranare.

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    • Ci credo Jerez…infatti le madri malate hanno un pó di tutto.

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  5. Ricordo il figlio adolescente in perenne contrasto,le poche volte che usciva dalla cameretta dove passava ore e ore alla consolle o a dormire.Si vergognava di come vestiva la madre cinquantenne ed era denigrato rispetto alla sorella minore,idolatrata e anch’essa giá sul piedistallo.Un giorno sentií una frase terribile per i suoi sedici anni uscire dalla sua bocca:”Non parlo con lui e con nessuno.Non ho bisogno di parlare con nessuno.Io vivo lo stesso”.

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