Esiste un’espressione nella lingua inglese che rende perfettamente l’idea di quando scatta la molla, si accende la lampadina, si capisce tutto quello che di drammaticamente triste e tragico sta capitando alla nostra vita insieme a un narcisista: è l’ah ha moment. Non trovo un corrispettivo in italiano in grado di esprimere così bene il concetto dell’improvvisa realizzazione e nitida messa a fuoco dell’irrimediabilità del problema. Del suo problema.
Le relazioni con questi soggetti sin da subito si rivelano difficoltose, conflittuali e sfuggenti ma sottili manipolazioni e massicce dosi di gaslighting ci gettano nella confusione, minano la nostra autostima e ci inducono a ritenere che la causa delle incomprensioni risiede in noi. Le proveremo tutte per far funzionare un rapporto che invece è segnato sin dall’inizio: tenteremo di essere meno gelose, meno esigenti, più accomodanti, anche andando contro i principi di sempre, smussando quegli angoli che mai e poi mai avremmo pensato di riuscire a limare.
Ma c’è un momento in mezzo a tutto quel marasma di caos e di fango, tra sprazzi di sereno, dolci briciole di tempo strappato e attenzioni elemosinate, in cui ci fermiamo e capiamo che non dipende da noi. Tutto si ricompone miracolosamente, i pezzi si ricompattano, i tasselli del mosaico combaciano al millimetro senza lasciare spazi. E tutto torna, finalmente. Ah ha moment.
La consapevolezza che le colpe non sono nostre ma nemmeno sue, bensì di un serio malanno della sua psiche e del suo cervello, ci getta nello sconforto più assoluto. Realizziamo che il recupero di quella relazione è impossibile. Nemmeno qualora cambiassimo tutto, dal colore dei nostri capelli a quello degli occhi, all’altezza, alla voce, al carattere, alla testa e all’anima. Non siamo noi che non funzioniamo. E non sarà nemmeno la prossima e quella successiva. Come non lo è stata nessuna prima di noi. Ah ha moment.
Ma non finisce qui. C’è da digerire il fatto che sia stata tutta una finzione, che ci siamo attaccate a un’immagine riflessa, una sagoma di cartone, un quadro, un personaggio costruito a tavolino, una persona che non c’è e non è mai esistita. Sentire di amare qualcuno che non si conosce non è una sensazione terrena ma diabolica, infernale, di un’altra galassia. La rabbia inizia a salire, l’odio prende il sopravvento e non solo nei suoi confronti. Non ci perdoniamo di essere cadute nella trappola malefica di chi pensavamo ci amasse, ci volesse, ci proteggesse. E, soprattutto, perdiamo la fiducia nel nostro metro di giudizio e nelle nostre capacità di valutazione.
Che questa illuminazione arrivi dai libri, dal confronto o anche da questo blog, poco importa. Da quel momento, dall’ah ha, si ricomincia a salire. Anche se la sofferenza sembra essere insopportabile, se l’idea della truffa emotiva e dello stupro dell’anima ci toglie le forze e non vediamo la luce, il futuro esiste. Ce lo abbiamo davanti, è appena dietro l’angolo, basta far passare il tempo ed elaborare questa triste vicenda con la consapevolezza che il peggio è passato.Il peggio era stare con lui.
Astra

48 Commenti

  1. Sottolineo “soprattutto perdiamo la fiducia nel nostro metro di giudizio e nelle nostre capacità di valutazione” …. Che è uno dei danni più gravi da superare e più difficili da perdonare a noi stesse.

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  2. Perfettamente d’accordo con te Chantal, non e’tanto difficile il digerire il fallimento di una storia , e’disumano digerire IL PROPRIO FALLIMENTO , nella capacità di valutazione, l’aver creato con la tua mente ed il tuo cuore una RELAZIONE dove hai investito tutto, ma proprio tutto …anima e sangue …., ed accorgersi improvvisamente che questa relazione esisteva SOLO per te.
    Le relazioni con questi soggetti si rivelano subito difficoltose ….ESATTO !!!
    Sono da subito un alternanza di emozioni ….presenze e sparizioni ….ma sono emozioni più forti ….da tutte le altre mai provate prima.
    Il percorso più difficile, doloroso e necessario ….non e’tanto lasciare andare l’altro ….anche se ormai è diventato la tua droga ….qualcosa di cui sentì il bisogno quotidiano …anche se sai che ti farà male ….quotidianamente .
    Il percorso più difficile e’quello di PERDONARE SE STESSI .
    Di comprendere la sua malattia ….ma e sopratutto la TUA INCAPACITÀ a non mettere paletti ….argini ….a non aver voluto arginare questo tsunami di emozioni tossiche e dannose .
    Sarà una battaglia quotidiana e continua , almeno per ora ….quotidianamente aggiungo un tassello in più ….cerco di capire e provo a perdonarmi ….dall’altra porto avanti il NO CONTACT , non leggo neanche i suoi messaggi ….ma vi giuro che ogni volta che arrivano la tentazione di farlo e’tanta.

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    • Ti capisco perfettamente perché vivo i tuoi stessi stati d’ animo. Inoltre chi non ci è passato in una situazione del genere, e vede la situazione dall’ esterno, non riesce a capire bene che non è infatti solo il fallimento di una storia sentimentale,perché quella almeno io l’ ho vissuta e dopo un periodo la delusione ha fatto il suo decorso.
      In questo tipi di rapporti ti senti lacerata dentro, violentata nell’ animo, privata dell’ autostima e della capacità di essere in grado chi amare… E tanto più c’ hai messo cuore,testa e corpo e peggio è il dolore.
      Tuttora infatti spesso dubito anche di quello che penso di lui, e proprio per la mia fragilità interiore penso che forse ho esagerato,che forse io l’ ho vissuta così negativamente ma che in fondo non è così cattivo… La cosiddetta fase della negazione riemerge a tratti… Ma poi cercò di farmi coraggio pensando che comunque se ne sono uscita così devastata è perché effettivamente mi ha distrutta e mi sono fatta distruggere io…
      Il no-contact aiuta per la presa di distanza… Ma siano un po’ come gli alcolisti…dobbiamo stare lontano dagli alcolici sempre!

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    • Hai raccontato esattamente il mio stato d’animo, Surprise, quando ho capito di che pasta era fatto mio marito…ora ex, quasi del tutto, nel senso che aspetto solo di mettere la parola fine, a breve, col divorzio.
      Ho ancora un po’ di rancore nei suoi confronti, ma quello che mi ha fatto star male, più di tutto, è il senso di fallimento che ho provato. Davvero ci avevo investito tutto, forse con gli anni la relazione si era gradualmente raffreddata, però lo vedevo come l’uomo con cui avrei passato la mia vecchiaia…
      Fino a che non ho avuto l’illuminazione, ed ho cambiato visione della vita con lui, non era stata una vita completa con lui, vivevo (e sopravvivevo) all’ombra di lui.
      E, nel periodo immediatamente successivo al mio allontanamento da lui, ho sentito che tutto ciò che avevo non c’era più, ho perso tutto ciò che avevo seminato, tutti i sogni, le speranze, i progetti, tutto sfumato per una relazione sbagliata. Sono passati due anni e mezzo ed i miei ricordi ogni tanto ancora mi riportano alla mente quanto ho sbagliato a concentrarmi anima e corpo in quel matrimonio.
      Io, comunque, l’ho lasciato con la sicurezza di non voler tornare indietro, è lui quello che, forse, si è sentito abbandonato, a me il no contact non serve in realtà, perché è stato lui a non volere più contatti a livello emozionale, ha subito tolto il mio contatto sul suo profilo Facebook, probabilmente mi avrà bloccato su whatsapp, meglio così.
      L’ho dovuto sentire e vedere, qualche volta, per questioni burocratiche aperte, ma niente più.
      Mi ha fatto male sapere dei suoi atteggiamenti subdoli, da vero narcisista patologico, ma questo mi ha spinto a chiuderlo abbastanza velocemente fuori dalla mia vita, emozionalmente parlando, ma mi ha scatenato, appunto, i sensi di colpa con me stessa, per aver fallito, per aver permesso a qualcuno di farmi annientare, e di non essere stata capace, appunto, di mettere paletti e argini a quell’amore sbagliato.

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    • Verissimo Chantal e Surprise. La maggiore difficoltà è perdonarsi e ritrovare la fiducia in se stesse.

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  3. Bellissimo articolo come sempre. Aver saputo dire stop.da quello riparto.ho saputo dire basta ad un giochetto per me tanto tanto doloroso come non lo e’ mai stato.leggo i vs commenti e vi immagino fragili innamorate e leali. Non lo incontro x fortuna, ma penso- incontrandolo -cosa c e’ dietro quella bella faccia.

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  4. Tutti castelli di carta.. Non è tanto difficile scoprire e smontare i suoi, quanto scoprire e distruggere pezzo dopo pezzo i NOSTRI castelli, castelli che non erano frutto di una normale relazione, che magari arrivata ad un punto di non ritorno rimane una relazione “nella norma” con i suoi alti e bassi ma finita. No..
    Inizi a ripercorrere a ritroso ogni vicenda, ogni frase, ogni gesto, ogni piccolo ed insignificante dettaglio e realizzi come tutti quei campanelli d’allarme, tutte le insoddisfazioni, le mancanze, i bisogni mal appagati che avevi non erano frutto di tuoi problemi, al contrario, erano suoi.
    Quando realizzi che eri sola, ciò che ti ritornava era solo il riflesso di ciò che davi, e come se non bastasse, era anche un ritorno distorto perchè filtrato da un animo che oltre ad esser vuoto è anche cattivo, arido nel profondo.
    Ci sono relazioni in cui uno ama di più, l’altro di meno, o più semplicemente ognuno ama a modo suo. Uscire da una relazione con un border-line è molto più di tutto questo: tu davi e lui distruggeva, e non distruggeva la relazione (di quella poco importa alla fin fine) ma distruggeva te stessa.
    L’amarezza che ti rimane è vedere come poi queste persone vadano serenamente avanti, in fondo coerenti con il loro modo di essere.. Tu eri una, nessuna e centomila.
    Invece tu sei a pezzi, ti ritrovi a parlare con gente che non capisce, non ti capisce, si limita ad un ” va be’ ok era un malato, ringrazia che non è più nella tua vita e vai avanti “.. Ma magari fosse così semplice..
    Fattore comune a tutte le vittime, che mi pare di aver notato dai commenti, è la sensibilità dei nostri animi.. Questi esseri non sono mica scemi.. Ti scelgono.
    Vanno dove possono succhiare e distruggere, vanno dove sanno che troveranno tutto ciò che loro non sono e non potranno mai essere con l’unico obiettivo di portarti al loro triste e vuoto livello.

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    • Ciao Francesca sono molto colpita dal tuo commento..è vero siamo persone con una sensibilità e empatia particolare che ci predispone a porgere il collo a questi vampiri.. ho vissuto situazioni continue di trappola che lui mi metteva davanti.. chiedendomi quale sarebbe stata la cosa giusta da fare e senza accorgermi che qualunque cosa avessi fatto o non fatto sarebbe comunque stata sbagliata! mi ha fatto affondare lavorando su un senso di colpa che mi porto dentro e bollandomi per falsa e ambigua dopo che mi intrappolava in situazioni pretestuose delle quali imputava a me la responsabilità..sono arrivata a dubitare delle mie stesse percezioni della realtà e della mia onesta morale! mi ha disintegrato emotivamente! mi ha abbandonato quattro volte e ripresa mentre ero in depressione con difese psichiche ridotte a zero dopo avermi incontrato per caso..e ora da un mese lo stesso inferno..se ne è andato accusandomi di non averlo coinvolto in un problema che ho avuto segno che ho un altro, per lui, condendo il tutto con frasi volgari e oscene di svalutazione come se lui fosse un perseguitato! un vero delirio! eppure quando parli con la gente non riesci a trasmettere il senso di quello che hai vissuto , ti guardano dubbiosi perché non capiscono come mai tu non riesca a rassegnarti a una delusione amorosa,e questo devasta!

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      • Rosa, il tuo essere colpita dalla mia condivisione mi auguro sia prettamente un “cavolo, mi ritrovo in molte cose” ( che non ti nascondo sia una sensazione comunque su questo blog).
        La maggior parte dei post o dei commenti delle persone che leggi hanno questa complicità di fondo che deve assolutamente esserti utile per non sentirti sola, per non addossarti colpe, per iniziare a lavorare su te stessa.
        Non devi voltare semplicemente pagina ma bruciare l’intero libro. Devi soltanto conservare la lezione imparata e chiudere tutto con lui. Deve essere un imperativo categorico con te stessa: voglio uscirne.
        Sai io ho solo 20 anni ed il fattore età é sicuramente dalla mia parte: tante vittime qui sono più grandi, sposate con questi soggetti, implicate in situazioni di apparente non ritorno con questi mostri anche perché magari ci sono dei figli di mezzo.
        Ma credo che 20, 30, 40 anni poco importa a trasformare le proprie ferite in punti di applicazioni per due grandi ali, ali per volare via una volta per tutte da queste persone!

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      • rosa la tua storia credimi è identica alla mia con un border..tanto che leggendo ora avevo il dubbio di non averlo scritto io stessa due anni fa..trovare una descrizione così perfetta del calvario passato e di cui fatico a trasmettere il senso quando parlo con gente estranea è un balsamo per la mia anima
        come stai ora a distanza di tempo?

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    • Francesca bellissimo commento
      mi sento esattamente come descrivi
      vorrei contattarti via mail per ascoltare tta storia e confrontarmi con te se ti fa piacere

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  5. La metafora della “lampadina che si accende” è molto azzeccata nel momento finale in cui tutti i pezzi del puzzle hanno trovato posto e noi siamo riuscite ad accettarlo. Guardando indietro rivedo però tutte le “scintille” che il mio cervello faceva quando entravo in conflitto con me stessa. Non posso neanche addossare tutte le colpe al NP entrato nella mia vita perché a dire il vero i segnali sono arrivati sin dall’inizio. Queste persone trovano spesso soggetti come me, magari un po’ ingenui “nel senso buono, disposti a scendere a compromessi ed a capire i modi di essere diversi da noi delle persone che incontriamo nella nostra vita. Non posso neanche farmene una colpa e pensare di dovermi perdonare perché se il rovescio della medaglia deve essere la mancata empatia, la malvagità e l’egoismo dei NP sono ben felice di avere qualche limite inteso come possibile vittima, sarebbe come pensare che se uno ti stupra è colpa nostra. Posso anche dire però, di aver provato delle emozioni fortissime , pagate poi a caro prezzo ma forse non è questo che le ha rese speciali ? Il loro essere irraggiungibili ha solleticato il nostro amor proprio e oggi, dopo quattro anni e consapevole dei suoi limiti e non dei miei mi sento una persona molto più matura e forte. Ora sono più esigente nei confronti di me stessa e degli altri e sono traguardi che nessuno ti può insegnare a priori, ci devi passare magari soffrendo. Mi sono allontanata fisicamente da lui ma mentalmente rimane dentro di me ed adesso l’unico dubbio è se spiegare o meno questa mia fase ,ma credo che non servirebbe a nulla a lui e tantomeno a me se non solo per ricordarmi di quanto fossi superficiale nei “miei “ di confronti.
    Una volta accesa la lampadina , la strada per uscire dal Tunnel della dipendenza è facile , basta seguire la luce e non più il buio che proietta un NP.

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    • “Ora sono più esigente nei confronti di me stessa e degli altri e sono traguardi che nessuno ti può insegnare a priori, ci devi passare magari soffrendo”. Ben detto, Luce. E’ questo il punto. Prendiamolo come un arricchimento e non solo come una disgrazia fine a se stessa. 🙂

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  6. Grazie ad Astra e a tutti voi. Avete colto nel segno: se si supera il corto circuito mentale la lampadina si accende, ed è un punto di non ritorno… Non ti fai demolire più, non fai rientrare il nemico in casa (nella tua mente, nella tua vita) sapendo che ha un unico intento: usare ed abusare senza scrupoli.
    Siamo sopravvissuti, non ci abbatteranno ormai; diamo onore al merito del nostro risveglio.

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    • Leggendo tutte le vostre risposte…di Surprise,Michela,Francesca,Luce,Ester e ovviamente Astra mi consolo… Perché mi rendo conto che siamo tutte simili nell’ esperienza che abbiamo vissuto e in quello che sentiamo…
      Certo che loro ci scelgono di proposito per le nostre qualità umane, perché sono quelle che a loro mancano! Quindi ne sono attratti perché li vogliono… Anche noi lo siamo di loro,solo che la differenza sta nel fatto che noi ci innamoriamo di una “maschera” costruita a tavolino per farci cedere ed affidarci a loro.
      A tal proposito,volevo aggiornare Astra… Avevi ragione,la sua ostentazione della sua ultima conquista era un’ ostentazione mirata a provocarmi… Mi ha ricontattato e si è adirato perché non mi sono mostrata disponibile a parlare con lui…le sue ultime parole di oggi sono “non finisce qui”….
      Ma non voglio avere paura,perché ancora oggi mi ha dimostrato che sta facendo tutto per farmi ricadere nella sua rete. E spero di riuscire a tenere duro,come auguro a tutte voi di uscirne vincenti!!!

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      • Chantal cara, tutte le loro mosse sono mirate a provocare reazioni.Tutte, nessuna esclusa. Che “non finisce qui” lo dice lui. Lasciaglielo pure credere.

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  7. Care cari tutti vi faro’ sorridere…lui suonava la pianola e io sentivo mozart!
    onore al merito uscire da un intontimento del genere. Ce la faccio ce la faccio.

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    • Michela mi hai fatto ridere di cuore!!!!

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      • Ragazze,
        vi prego stiamo vicine. Sono nella fase della consapevolezza ma stento a credere e mi sembra di esagerare. Il malessere sembra insuperabile, Provo una tensione, un’incredulità.

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        • Tranquilla Anna, ci siamo passati tutti. Sono momenti terribili ma non sei sola. Leggi, leggi e leggi ancora. Qui e altrove.

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  8. Sì quanto siamo simili … quante storie uguali … e ri-confermo che questo blog è molto salutare, forse meglio di una/più sedute dallo psicologo.
    Condividere e sapere che non siamo le sole ad esser cadute in queste trappole reiterate è di sollievo alle nostre anime e ci aiuta a recuperare autostima e forza per continuare a sorridere alla vita.
    Il lavoro che sto facendo io ora è: non di dimenticare ma di ricordare come è stato! Com’era lui prima che ci separassimo … quanta cattiveria ho subito, e tutto quello che raccontiamo delle ns storie, sì non dimenticare perché è facile che mi succeda ora che lui è nella fase “buona” con me (visto che ha trovato nuova compagnia), e con il suo atteggiamento così accomodante e gentile premuroso (mi continua a chiedere come sto, forse perché non ricambio la stessa domanda?). Quindi a volte mi fa quasi pena, perché ora mi sento io la parte forte, e sarei portata a ed essere “nuovamente” comprensiva con lui di fronte alle sue richieste ambigue (il no-contact non lo posso attuare xche “abbiamo” una figlia…). Così mi si accende una lampadina … la seconda magica illuminazione … che mi avvisa di non scendere a compromessi, di non ascoltare con il cuore, ma di agire secondo la regola stabilita opp la mente, se più conveniente! È un lavoraccio ed un continuo mettersi in discussione. Grazie Astra.

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  9. quanto ci sarebbe da dire, ma non posso non sono pronta. posso solo leggere e riconoscermi in ogni situazione. sono ancora dentro e sto imparando a difendermi ma è durissima

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  10. Trovare questo blog è stato illuminate, nonostante abbia già iniziato una terapia e il percorso che sto facendo mi ha aperto gli occhi sulle dinamiche di queste relazioni malate. Questo articolo rispecchia tutto quello che ho fatto: mi sono piegata, umiliata, ho chiesto scusa o pianto e sono caduta nella confusione totale…per cosa? Per capire che non esisteva nessuna storia d’ amore, ne sentimenti…niente, niente. Mi sono sentita una nullità più volte perchè non capivo come riuscisse a farmi fare cose che mai avrei immaginato. Chiedere scusa per cose che non avevo fatto…implorare un attimo della sua presenza, un abbraccio, una carezza, punita sempre con un no. Quando realizzi la mostruosità di queste persone vuoi solo scappare lontano e dimenticarli il prima possibile. Ci vuole tanto coraggio e amor proprio, quello che sto cercando di trovare dentro di me.

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    • E’ impressionante come i vostri commenti, del resto anche i miei all’inizio del percorso, siano pressochè identici. Sembra che abbiamo avuto a che fare con la stessa persona, stesse dinamiche, stesse sensazioni, tutto paurosamente uguale. La cosa dovrebbe essere di conforto e di aiuto a catalogarla come un “incidente di percorso” da dimenticare quanto prima.

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      • Astra,
        perchè sembra che abbiamo avuto a che fare con la stessa persona? Perchè la loro è una malattia e quindi come tutte le malattie (dal diabete ai tumori) ha le stesse caratteristiche in tutti gli individui? E perchè noi abbiamo reagito e pensato tutte nello stesso modo? perchè anche la nostra dipendenza affettiva è stata una malattia e come tutte le malattie ha le stesse caratteristiche in qualunque organismo si manifesti?
        PS: vorrei, se posso, chiederti una informazione. Posso scriverti privatamente e, nel caso, a quale indirizzo? Grazie comuqnue anche se non dovesse essere possibile.

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  11. Salve a tutti, fortunatamente ieri sera, dopo l’ennesimo doppio gioco mirato a distruggermi, ho scoperto questo blog perché mi ronzava in mente la parola “psicopatica” qualche articolo mi ha fatto capire chiaramente cosa mi è capitato in 4 anni di agonia. Finalmente ieri sta si è accesa la luce per me, ho ricollegato ogni momento, ogni situazione ed ho dato una risposta a tutte le domande che ronzano in mente su se stessi, in una situazione de genere.
    Ringrazio di cuore chi ha realizzato questo blog e posso dirvi che non s

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    • Vero caro Luca…é proprio cosí.In un attimo quando si accende la lampadina riusciamo a dare una connotazione precisa a tutto ció che é successo.Tutto corrisponde alla perfezione,ogni punto e ogni virgola.É cosí per tutti.Ora su le maniche,e dopo la sofferenza che ovviamente ne conseguirá,con alti e bassi,contemporaneamente dovrai capire perché in quattro anni hai fatto finta di non capire.Buon Natale.

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  12. Oggi la mia giornata è iniziata sorridendo. Non so se sia arrivato il mio “ah ha! moment” ma qualcosa che gli somiglia forse si… Ognuna di noi “funziona” a modo suo e ha i suoi modi per riconoscersi in ciò che gli altri cercano di farle notare.
    Per me il modo è quello di vedere (neanche leggere basta, ho proprio bisogno di visualizzarlo) la rappresentazione di quello che accade. E se una telenovela aiuta… benvenga pure la telenovela! Così ieri sera in una serie tv piuttosto famosa e che io seguo perché la trovo abbastanza garbata per i miei gusti, ho trovato, con le dovute differenze, qualcosa che mi ha, se non acceso la lampadina, quantomeno la lampada di emergenza, e speriamo che abbia una buona autonomia.
    Perchè la donna in questione, che ha sposato l’uomo che la tormenta e gliene ha fatte di tutti i colori, quando lui le ha giurato un cambiamento epocale (salvo poi continuare a tradirla e cercare di imporle le sue scelte) viene messa di fronte alla realtà da un uomo che le dice chiaro e tondo che lei è dipendente da lui, che è in una relazione malata.
    Ora… tv a parte, io forse, che come ha detto credo Tristezza una volta, non ho sufficiente fiducia in me stessa, avrei bisogno di qualcuno che mi mettesse con le spalle al muro e mi dicesse quello che vede.
    A parte questo, vorrei anche dirvi quello che mi sta accadendo. Ho paura di essermi trasformata anch’io in un’opportunista. Non riesco ad avere slanci d’affetto verso di lui e soprattutto sto dando poco e prendendo molto (non immaginate chissà che, comunque). Insomma, mi sto trasformando in un’ospite garbata.
    Non mi piace, non mi piace. E non posso fare a meno di chiedermi se quel desiderio di tornare ad abbracciarlo e amarlo non sia l’impronta di ciò che è stato e non è più.
    Perchè l’uomo che amavo ed abbracciavo poi si è rivelato altro e io ora non riesco più a prescindere da questo.
    Cosi ho deciso di iniziare, intanto, a lavorare sulla mia paura della solitudine.
    e se ce la farò, Astra, ti prometto una cosa: cercherò di organizzare un evento sull’argomento qui da me, dove di queste cose si parla decisamente poco o niente.
    Buona giornata a tutte e tutti.

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    • Sì Penelope la paura della solitudine è la prima causa della dipendenza affettiva. E la dipendenza affettiva è la leva che l’uomo strumentalizza per esercitare la violenza, anche se solo psicologica. Quando ci si rafforza e si esce dalla paura della solitudine la presenza o meno di un uomo accanto a noi a tutti i costi non condiziona più le nostre scelte. È il primo passo verso la libertà. Sbrigati a guarire così potrai mantenere la tua promessa e organizzare un evento dalle tue parti 🙂

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      • Mi rendo conto… purtroppo in me è ancora forte quel dubbio che forse mandare all’aria un rapporto così lungo in favore del nulla (perché non vi è dubbio che a questa età non potrò ricostruire nulla di profondo) sia una specie di disprezzo di una possibilità. Poi perderò il mio sogno, quello che ho realizzato, un progetto che era il sogno della mia vita e non potrò più averlo.
        Sarà molto dura, credo, comunque ora mi prendo ancora qualche settimana per consolidare definitivamete (o demolire definitivamente) il mio “ah ha” e poi… vi darò il tormento, credo che avrò molto bisogno di voi, anche.
        E poi manterrò la mia promessa. 🙂

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      • Penelope2, l’idea di perdere l’investimento (emotivo, psicologico, di tempo…) è secondo me la spinta maggiore a mantenere uno status quo, e anche la benzina della (irragionevole) speranza. Ti capisco.

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      • Astra possiamo porre domande dirette sulla sessualità?

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        • No Penelope preferirei di no. Semmai scrivimi in privato 😊

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  13. Ieri , per me , è stata una giornataccia .
    Dopo mesi mi sono sentita come all’inizio , dopo la fine del rapporto , disperazione , ansia e desiderio di ricontattarlo .
    La consapevolezza , forse , mi ha aiutato a non farlo e a lasciar scorrere tutto quel dolore dentro di me in attesa che passasse .
    So che non servirebbe a niente , se non a fargli capire che ha ancora potere su di me , a farmi stare ancora peggio .
    Oggi va un po’ meglio ma mi ha spaventato l’essere ripiombata in questo stato emotivo , non me lo aspettavo .
    Voglio solo dimenticarlo col cuore , oltre che con la testa .
    Buona giornata

    Rispondi
    • L’unica cosa positiva è che , alla fine , non l’ho contattato .
      Quella vocina della ragione che , quando prendevo in mano il telefono , mi ripeteva : ” Non farlo , servirebbe solo a farti stare peggio . Se superi questo momento , starai meglio .”, forse mi ha salvato .
      Grazie Penelope .

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      • Sei stata bravissima. Io invece sono tornata indietro perché mi sono sentita persa, sola e disperata. ho pensato che la mia vita non avesse senso e che non potevo mandare all’aria questa possibilità. Ora so di avere sbagliato.

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    • Penelope , io ho fatto la stessa cosa nel 2014 , l’ho fatto tornare perdonandogli di avermi precedentemente lasciato per un’altra e dandomi la colpa della fine del rapporto ( omettendo che aveva un’altra ) . Poi è tornato , scusandosi e pentendosi , giurandomi eterno amore .
      Ho passato due anni meravigliosi per poi ripiombare nell’incubo , mi trascurava e mi faceva mancare attenzioni e presenza .
      Alle mie legittime domande , mi ha trattato da isterica che si inventava problemi dove non ce n’erano e mi ha lasciata dicendo che quel mio modo di comportarmi lo aveva allontanato da me .
      Ho vissuto mesi schiacciata dal senso di colpa per aver perso l’amore della mia vita e cercando di recuperare con lui , poi ho avuto l’illuminazione e scoperto il disturbo narcisistico di personalità .
      E’ stato devastante ma utile , ora capisco come ragiona .
      Razionalmente l’ho accantonato , però il sentimento non è ancora finito .
      Devo fare tanta strada…

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    • Oggi ho sentito questa canzone alla radio , è la descrizione perfetta di come mi sento . Leggetela e ascoltatela se vi fa piacere .
      Non sono lei ( Laura Pausini )
      Ti ho avuto qui tra le mani
      qui..eri
      testardo tu legge dettavi
      fino a ieri.
      Come il vento porta via
      cose che non pesano
      un momento ci bastò,
      ci separò.
      Non sono come lei
      che non protesta mai
      Ama come sei,
      non contraddice.
      Io non sono come lei,
      che aspetta quando vai
      ti giustifica infelice.
      Non sono lei.
      Ho scelto ormai di continuare,
      accendendo soltanto una piccola luce per me.
      Nel buio sai, si può brillare
      meglio che al sole.
      Come il vento portò via
      cose che mi pesano
      se mi oriento altrove andrò,
      perchè lo so.
      Io non sono come lei,
      che non si stacca mai,
      ti segue dove sei
      come un oggetto.
      Io no sono come come vuoi, non inganno e non so mai dirti una bugia senza rispetto, leggiti le avvertenze
      Non sono più lei
      Ho altre esigenze in cui non ci sei.
      (Io non sono come lei)
      che non contesta mai
      ama come sei
      non contraddice
      Io non sono come lei,
      che aspetta quando vai
      ti giustifica.
      (Io non sono come lei)
      che ti si addice
      non si ribella mai)
      Non sono più lei
      Lì messa in cornice immobile
      infelice
      (Non sono lei)
      infelice
      (Non sono lei)

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    • Normale che succeda stellina. Quando arrivavano questi momenti a me (devo dire che per qualche istante una volta ogni tanto arrivano ancora) io mi metto a rivedere la lista di tutto quello che ha fatto quest uomo. Ritorno subito all’equilibrio.

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      • Cara Giusy , ho conservato i suoi ultimi messaggi , nei quali mi scriveva con una freddezza e una crudeltà inimmaginabili , me li rileggo per farmi passare la voglia di contattarlo .
        Spero che i momenti come quello di ieri diventino sempre meno frequenti .
        Grazie mille .

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    • No Giusy, oltre all’, investimento emotivo. Parlo di uno molto concreto, di cui ho già accennato il sogno della mia vita, che non è ripetibile, temo, a meno di miracoli e non credo che avverrà.

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  14. Stellina, so cosa vuol dire. In questi momenti bisogna chiedere aiuto, soprattutto se la mano va verso il telefono o la mail o verso di lui.
    Cerchiamo di considerare che queste ricadute sono naturali. Lo dico a me stessa prima che a te, per prepararmi…
    Un abbraccio

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  15. Stellina se ti va ci possiamo scrivere. In tal caso autorizzo Astra a fornirti il mio indirizzo email

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    • Sì , certo . Mi farebbe piacere .

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      • Puoi controllare la mail? ho inviato un messaggio

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      • Letta ora . 🙂

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  16. Ho bisogno che qualcuno mi accenda quella lampadina.. altrimenti continuerò a pensare che il problema è il mio glaucoma….

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