Parte seconda
Secondo Vaknin il narcisista è convinto che le donne siano cacciatrici per predisposizione genetica e si sente minacciato. Crede cioè che l’unico obiettivo femminile sia quello di “sistemarsi” e spremere le risorse del proprio compagno affinché provveda alle persone che ha a carico. In altre parole, per lui le donne sono sanguisughe pronte a sfruttarlo fino a che non sia più utile. Si tratta ovviamente di una proiezione dal momento che è il preciso comportamento del narcisista nei confronti del sesso femminile. L’odio verso le donne è virulento, passionale e incondizionato. Si tratta di un rancore rozzo,primitivo e irrazionale, conseguenza di un abuso subito e della paura di tornare a subirlo.  Seppur mascherato e fintamente represso, può esplodere da un momento all’altro in tutta la sua autenticità e irrefrenabilità. Coinvolgere la donna in atti di sesso sadomaso, trattarla come oggetto di masturbazione, usarla come fosse una bambola gonfiabile sono modi di punire la madre, fonte originaria della sua frustrazione.
Vivere con un narcisista è difficile e massacrante. E’ un pessimista scontroso, un paranoico, un sadico. La routine giornaliera è fatta di minacce, lamentele, umiliazioni, tristezza e tanta rabbia. Lancia contro gli altri offese vere ed immaginarie. Aliena le persone umiliandole con il risultato che il  suo circolo sociale si assottiglierà  gradualmente fino a scomparire.  Il bisogno di estrarre energia narcisistica dagli altri si scontra con il desiderio di essere lasciato solo. E’ una delle sue tante contraddizioni come quella tra disprezzo, dipendenza e contro dipendenza; tra bisogno e sminuimento, tra cercare ed evitare. Sono conflitti che spiegano i repentini passaggi dalla socievolezza alla reclusione ascetica e viceversa. Un’atmosfera così imprevedibile, tipica delle sue relazioni sentimentali, non è certo un toccasana per amore, sesso e romanticismo. Piano piano finirà tutto e in caso di convivenza si passerà presto a un’arida e asessuata coabitazione.
Molti si chiedono se i narcisisti soffrano a causa della propria incapacità di amare e se reputino i genitori responsabili di questa “disabilità affettiva”. Secondo Vaknin sono quesiti incomprensibili a cui questi soggetti non sarebbero mai in grado di rispondere:  non avendo mai amato  non conoscono  l’oggetto della  sofferenza in questione. Per loro l’amore non è altro che una bizzarra patologia e una deplorevole fragilità. Odiano essere deboli e detestano le persone deboli come gli anziani e i malati. Non tollerano la stupidità, l’impotenza e la dipendenza e l’amore sembra consistere di tutte e tre.
Sono uomini rabbiosi ma non perché non hanno mai provato l’amore. Piuttosto, perché non sono così potenti, maestosi e di successo come vorrebbero –e, secondo la loro testa malata- meriterebbero di essere. Sono rabbiosi perché i loro sogni si rifiutano con ostinazione di trasformarsi in realtà. Perché sono i peggiori nemici di se stessi. E perché, in totale paranoia, si sentono ignorati, discriminati e vedono avversari e nemici che complottano ovunque. Molti di essi, soprattutto quelli borderline, non concepiscono una vita nello stesso posto, con la stesse persone e a fare le stesse cose. La monotonia è il peggior veleno in circolazione e per loro equivarrebbe a morire. E’ proprio per combatterla e sentirsi di nuovo vivi che fanno entrare drammi e pericoli nella propria esistenza. Peccato che quel veleno che tanto temevano passa a inquinare  e distruggere la vita di chi ha scelto di stare con loro. FINE
Astra

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