Seconda parte
Se, come svelano gli studi di Sandra Brown in Women who love psychopaths, le donne che cadono nella trappola psicopatica sono di solito persone perbene, intelligenti e dotate di statura morale, allora, perché non abbandonano la nave? Questo interrogativo ci induce a riflettere su un’altra grande miscredenza generale: si è portati a pensare, infatti, che se vengono tollerati i loro abusi si è molto insicure e deboli. La ricerca della Brown rivela che questa ipotesi è parzialmente vera ma nel complesso infondata: è vero che si sta a lungo con uno psicopatico, marito o compagno che sia, ci si adatta psicologicamente ai meccanismi di manipolazione, alle bugie e al dominio. Di sicuro fiducia e autostima ne risentono ma è oggettivamente falso che, quando si ha la sfortuna di incontrarlo e si fa l’errore di valutazione di sceglierlo come compagno, si sia deboli e insicure.
Nel libro la Brown descrive le donne che si innamorano degli psicopatici come professioniste di successo: dottori, avvocati, insegnanti, terapiste e persone che si prendono cura degli altri. La cosa potrebbe sembrare una contraddizione. Sappiamo che questi individui vogliono controllare e secondo la logica è molto più facile controllare persone deboli. Tuttavia, si tenga a mente che amano anche i giochi di potere e non si accontentano di dominare chi è già sottomesso e passivo. Dov’è la soddisfazione se non si incontra una resistenza? Come non si allenano i muscoli senza forze di contrasto, così non si allenano le capacità manipolatorie con prede malleabili e ingenue. La Brown sostiene che gli psicopatici sono attratti da donne con forte personalità e in grado di investire molto nei rapporti personali. Preferiscono persone tenaci che entrano nei loro giochi di potere e rimangono intrappolate nelle inevitabili difficoltà che essi creano nella relazione. Donne convinte che “se si continua a essere devote a dispetto del tradimento, la fiducia, la tollerabilità e la speranza alla fine vinceranno su tutto”.
Quindi che origini ha il pregiudizio sulla debolezza e sull’ingenuità delle donne che amano gli psicopatici? Proviene, ancora una volta, dalla conoscenza approssimativa del fenomeno da parte di coloro che hanno la misericordia di non essere coinvolte in una relazione del genere. Secondo chi conduce vite sane e normali i segni di predominio e di abuso sono manifesti: violenza significa colpire fisicamente l’altra persona. Stuprarla. Insultarla. Ma gli psicopatici più sofisticati di solito non danno vita a questi comportamenti. E’ più frequente che ingannino e manipolino in maniere sottili e anche seducenti. Generalmente fanno passare le proprie macchinazioni più come cortesie che complicazioni a danno della vita altrui.
La ricerca dimostra che i loro cervelli sono fatti in modo da non riuscire a formare legami emotivi. Tuttavia, questi individui tendono a essere molto intelligenti, soprattutto quando ricorrono a strategie machiavelliche per ottenere quello che vogliono. La maggior parte delle risorse mentali sono impiegate per macchinare strategie di manipolazione, inganno e camuffamento. Il che mi porta a esaminare il prossimo punto e cioè perché sia così difficile riconoscere gli psicopatici. Come abbiamo visto precedentemente, questi soggetti sono camaleonti naturali. Cambiano gusti e tratti della propria personalità per sembrare compatibili con qualsiasi donna si siano ripromessi di sedurre e usare. Non è detto che fingano interesse. Temporaneamente, quando si sono messi in testa di conquistarvi, il coinvolgimento può essere autentico. E lo stesso succede per l’interesse verso qualsiasi cosa vi stia a cuore. Ecco perché inizialmente sembrano estremamente compatibili con le proprie compagne. Inoltre, la violenza è spesso sottile, graduale e apparentemente esercitata per il vostro bene. Sono eccellenti venditori. Fanno passare il male per bene e il loro egoistico interesse per il vostro. Prima di svegliarsi e capire di essere state truffate emotivamente ci si trova già con un piede nel burrone.
Sandra Brown sostiene che le donne che amano gli psicopatici sono inclini a compiacere gli altri. Una tale malleabilità le porta a scendere costantemente a compromessi con i propri compagni che, da parte loro, alzano sempre più il tiro. E’ ovvio che tale meccanismo si adatta perfettamente al piano perverso: “Il livello di tolleranza per lo psicopatico è un’ottima garanzia che la preda rimarrà nei dintorni, qualsiasi cosa accada!”. Tuttavia, l’autrice ricorda che questo genere di donne finisce per cedere allo psicopatico più per eccessiva empatia e tenacità che per debolezza. L’effetto, tuttavia, è lo stesso. Tolleranza eccessiva ed empatia malriposte portano le vittime a piegarsi ripetutamente alla sua volontà. Ogni volta che ciò si verifica, diminuisce il loro potere e aumenta la presa dello psicopatico nei loro confronti.
L’unica cosa vera del pregiudizio sulla debolezza è che questi soggetti tendono a scegliere donne forti nei momenti di maggiore vulnerabilità. E’ come se l’istinto predatorio desse loro suggerimenti sulle situazioni di difficoltà che possono riguardare le prede. Potete avere problemi matrimoniali, aver subito un lutto in famiglia, o uscire da una relazione andata male, o avere problemi di ansia, di depressione o qualsiasi tipo di trauma che annebbia le vostre facoltà di giudizio. Lo psicopatico potrebbe avventarsi nel momento più critico della vostra vita. Inizialmente promettono di poter sistemare qualsiasi problema vi affligga. Se siete passate attraverso un doloroso divorzio da un marito fedifrago si presenterà come una persona fedele ed affidabile. All’inizio, quando è in vostra compagnia, avrà occhi solo per voi. Quando non è in vostra compagnia il discorso cambia e si possono immaginare le trame più nascoste. Se avete problemi finanziari, vi offrirà un prestito. Se le vostre difficoltà riguardano l’autostima, sarete riempite di lusinghe: ma, naturalmente, solo durante il periodo della luna di miele. Nelle fasi successive, quelle meno divertenti di svalutazione e scarto, vi farà sentire molto meno attraenti e realizzate di quanto non lo siate in realtà.
Così, al contrario delle miscredenze popolari, le donne che si innamorano degli psicopatici all’inizio della relazione sono persone forti, indipendenti e piene di risorse. Alla fine, però, sono state ingannate, maltrattate, calunniate e controllate a tal punto che la fiducia in sé è seriamente compromessa. A volte lasciano il lavoro di propria volontà per pressioni da parte dello psicopatico. In altre, il dramma e le critiche costanti di quest’ultimo contribuiscono a farle fallire nella carriera. A causa delle forti tensioni relazionali alcune diventano ombre delle figure forti e indipendenti che erano una volta. Fortunatamente, comunque, sono in molte a riprendere il comando della propria vita una volta messo un punto alla relazione tossica. In seguito a questa traumatica esperienza, diventano più forti e sagge, donne maggiormente in grado di distinguere le persone capaci di provare emozioni autentiche dalle controparti disturbate. FINE.
Traduzione Astra
Tratto da Dangerous Liaison di Claudia Moscovici

8 Commenti

  1. Condivido su tutto pienamente,
    tuttavia mi sento di fare una precisazione, solo a titolo di considerazione ed sperienza personale. Si dice che questi soggetti “scelgono determinate donne poichè amano i giochi di potere e non si accontentano di dominare chi è già sottomesso e passivo” Si riconduce la scelta alla soddisfazione provata dall’ incontrare una relativa resistenza… Io personalmente credo che questi soggetti avendo vissuto un’infanzia particolarmente negativa, problematica, sofferente… nell’età adulta replicano, rivivono, ricercano, inevitabilmente ed incessantemente, in ogni relazione, la sofferenza vissuta in particolare nei confronti della figura genitoriale (la madre) che non corrispondeva l’amore, le cure , le attenzioni.. Probabilmente in ogni partner cercano inconsciamente di “risolvere” la sofferenza subita, ricercando appunto donne “difficili da conquistare” proprio come lo era la propria figura materna, dalla quale bramavano amore e attenzioni mai ricevute, o ricevute in modo insoddisfacente..
    Quindi inizialmente sono attratti da questa tipologia femminile poichè riconducibile all’icona materna, successivamente, nel corso della relazione attuano una sorta di “punizione” verso la figura femminile, causata dagli antichi rancori e sofferenze infantili mai effettivamente elaborate..
    Insomma, la qualità della propria INFANZIA CREDO SIA DETERMINANTE.

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    • Ho potuto constatare quello che dici. Lui ha una madre narcisista spaventosa che ha manipolato e cercato di sfruttare e distruggere tutti quelli che ha incontrato sulla sua strada. Un’infanzia all’insegna del rifiuto, critica e disprezzo. E’ diventato ribelle, iperattivo, reattivo e resiliente. Cresciuto solo ha sviluppato una grande autonomia pratica ma non quella emotiva. Forma una famiglia a 18 anni ma il carattere difficile gli impedisce autentiche relazioni sia con la moglie che tradisce che con i figli con cui chiude dopo la separazione. In realtà porta una ferita profonda che non vuole riconoscere. Considera sua madre l’origine dei suoi fallimenti mentre sfodera un atteggiamento spavaldo, sicuro di sé, vincente, sopra le righe, sarcastico e strafottente. Ha un esasperato bisogno di possedere all’inizio della relazione il controllo dell’oggetto d’amore. ‘Ha timore che sfugga, che si rivolga verso gli altri, che non lo consideri eccezionale come vuole far credere. Per questo s’inventa mago pronto a risolvere tutti i problemi che si presentano a qualsiasi ora del giorno e della notte. Ti fa sentire la sua principessa e ti considera la donna della sua vita. Ma non sei tu quella che cercava….era sua MADRE…..su cui riversare poco a poco il suo risentimento, la rabbia, il senso di tradimento, di abbandono e dire ancora una volta dentro di sé: SIETE TUTTE UGUALI. Uguale la moglie, la madre, la figlia, e le altre…Nonostante tu gli abbia dimostrato la fedeltà, la comprensione, il sostegno, l’interesse. Non basta. A un certo punto deve agire quella vendetta, farti pagare per quell’amore che senti per lui a cui si è proposto di NON CREDERE MAI.
      Un grande DOLORE travestito da RABBIA FEROCE.
      Questi sono i tratti di fondo che ho riconosciuto in lui. In me una scarsa autostima mascherata, e davanti a tanta determinazione, forza e aggressività un lento deterioramento della mia capacità di reazione.
      Poi per fortuna un secco NO ADESSO BASTA da parte mia.
      All’inizio molto dolore, tristezza, qualche paura o nostalgia, senso di solitudine, tanto più tempo da impiegare in non sai ancora che cosa ….poi però una rilassatezza, uno spazio interiore che si fa sempre più grande nella sicurezza che quello che sento, che dico e che voglio adesso non verrà distrutto.

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      • Ciao Antonella
        Leggendoti ho avuto un tuffo al cuore.Mi sembra quasi che tu abbia avuto a che fare con il mio carnefice.
        Hai tracciato alla perfezione il suo profilo.

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  2. che storie….La morale è che i genitori hanno un potere ENORME che troppo spesso non sono in grado di gestire: possono crescere un figlio sano gioioso e pieno d’amore, oppure possono creare……un MOSTRO (vittima e carnefice allo stesso tempo).

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    • Una cosa importante che ci tengo a dire è che un carnefice per agire i suoi schemi ha sempre bisogno di una vittima. La vittima se si interroga sui propri schemi non è poi così innocente come vuole far sembrare. Ha anche lei bisogno del proprio carnefice finché non diventa consapevole dei propri bisogni e della responsabilità della propria felicità. Si tratta sempre di un gioco a due. Il coraggio più grande è riconoscersi vittima attraverso lo specchio che il carnefice ci restituisce. Alla fine bisogna puntare il dito verso noi stesse per cambiare quello che forse non abbiamo mai voluto vedere. Un’esasperata ricerca di approvazione, riconoscimento, amore e lealtà che ci siamo aspettate dagli altri, primo fra tutte dai nostri genitori. Anche noi ferite da qualche parte ci siamo improvvisate buone, generose, corrette fino all’inverosimile anche quando invece le situazioni richiedevano la ribellione e la protesta solo per restare meritevoli di quell’amore che invece è solo da noi stesse che dobbiamo attingere prima di pretenderlo da chi, per la sua complicatissima storia personale non può darlo.

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      • Antonella è proprio così!! Mi ritrovo in pieno nella tua analisi

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      • Concordo con te.Non ci sarebbe vittima senza carnefice e non ci sarebbe carnefice senza vittima.Ad ognuno di noi assumersi la propria parte di responsabilità e lavorarci sopra per modificare dall’interno le cause che hanno portato a quella situazione.Ci va costanza ed essere pronti a perdonarsi senza buonismi, ci va coraggio nell’affrontare i propri demoni, ci va pazienza nel percorrere quella strada irta di ostacoli e carica di melma che inevitabilmente può portare solo alla luce perché nel mezzo del cammino tornare indietro significherebbe solo la personale distruzione e la conferma a se stesse, prima ancora che all’altro, dell’assenza di una nostra dignità e di un nostro incommensurabile ed unico valore

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  3. Articolo perfetto .. descrive in maniera obiettiva, ciò che ho passato e subito.
    Lo scarto è stato devastante, ma ciò che mi ha segnato di più, sono stati i tanti abusi psicopatici a cui mi ha sottoposta .. in primis .. la triangolazione, forse perché non ho nemmeno stima delle mie compagne di genere ..

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