Di solito l’invidia non va a braccetto con il disprezzo. Entrambe negative, sono tuttavia emozioni diametralmente opposte. L’invidia consiste nel volere qualcosa che appartiene agli altri e di cui si è carenti. Il disprezzo nel disdegnare quello che gli altri hanno o desiderano.  Eppure, nella testa degli psicopatici, le due emozioni coesistono. Questi individui vogliono ciò che gli altri hanno: essere amati, persino adorati, nonostante mentano, tradiscano e maltrattino continuamente quelli intorno a loro. Raggiungere il successo professionale, nonostante lavorino raramente sodo per ottenerlo e ingannino persino i propri clienti o i propri capi. Essere rispettati dai propri figli, nonostante continuino a far loro violenza psicologica o li considerino mere possessioni o trofei. Aspirano ad avere quello che gli altri esseri umani posseggono nella vita ma che loro non riescono a ottenere a causa delle proprie anomalie caratteriali. Ecco perché la loro principale emozione è il disprezzo per gli altri e, in generale, per tutto ciò che è umano: obiettivi, sfacchinate e successi.
Ho notato l’attitudine di inspiegabile criticismo e ingiustificabile disdegno degli altri nel comportamento del mio ex compagno psicopatico: ricordo, in particolare, che in un’occasione mortificò un mio amico, uno scrittore di successo che aveva appena pubblicato un romanzo ambientato nella dittatura stalinista dell’allora Unione Sovietica, un libro simile a Velvet Totalitarianism, la mia opera di fiction sul regime comunista rumeno. Il suo romanzo andò molto bene non solo in termine di vendite ma anche di critica letteraria. Il mio ex definì lo scrittore  “perdente” e “fallito” solo perché non aveva venduto quanto la serie di Harry Potter. Rimasi sconcertata dal fatto che questo uomo (il mio ex), che non aveva combinato nulla nella vita e veniva cacciato da qualsiasi posto di lavoro, mortificasse chi era molto più apprezzato di lui. Tra l’altro si trattava di un’ottima persona. Il mio amico non aveva detto e fatto nulla che potesse umiliare il mio ex.  Gli insulti gratuiti a carico di un individuo per bene, di talento e di successo mi colpirono. Non c’erano proprio ragioni.
Nel corso del tempo, una volta preparata e informata sulla psicopatia, capii che quello era un modo indiretto di mortificare anche me affinché non potessi sentirmi soddisfatta del successo letterario del romanzo che avevo scritto a meno che non avesse raggiunto i numeri di Harry Potter. Proprio come aveva visto nel corpo di sua moglie un’immagine negativa, facendola sentire grassa quando non lo era, al punto da indurla a partecipare alle riunioni dei “Mangioni Anonimi” o a farle lasciare un lavoro redditizio dove era molto apprezzata dai colleghi, allo stesso modo sperava di scoprire le mie insicurezze e rovinarmi  gli obiettivi e i traguardi raggiunti.
Ci sono stati così tanti incidenti durante il nostro anno insieme a tornarmi in mente col senno del poi dopo la rottura, quando cercavo di mettermi il cuore in pace. Rimasi ugualmente di stucco, ad esempio, quando nel darmi la notizia che sua cognata aveva appena partorito, definì il bambino “brutto come il culo”. Ai tempi mi chiedeva di fare un figlio insieme. Ho realizzato che il criticismo spezzante spinto dall’invidia era il modo di elaborare qualsiasi notizia riguardante l’ottenimento, da parte degli altri, di qualcosa che lui desiderava. Questa cosa mi diede fastidio ma, come al solito, la ricondussi alla sua immaturità emotiva.
Gli psicopatici disprezzano la mondanità, il denaro, la fama o il successo in qualsiasi campo. Deridono l’amore, vedendolo come una debolezza che possono facilmente manipolare. Schifano i legami di amicizia fuori dalla frequentazione casuale per utilità reciproca. Desiderando quello che hanno gli altri e disprezzandolo allo stesso tempo, invidia e rispetto non sono per loro emozioni contraddittorie. Costituiscono piuttosto l’essenza di un pendolo emozionale che sprigiona dal narcisismo di fondo: un equilibrio naturale o stato di esistenza. Gli psicopatici vogliono essere migliori di noi quando teniamo a qualcosa ma, allo stesso tempo, ci disprezzano insieme a tutti gli altri esseri umani con i rispettivi valori.
Traduzione Astra
Between Envy and Contempt: The Psychopath’s Emotional Pendulum

1 commento

  1. In questi giorni ho riletto alcuni brani del blog che è sempre fonte di pace quando le ferite si fanno sentire. In questo momento ho trovato particolarmente interessante questo. Sono riemersi ricordi sconcertanti, affermazioni che all’epoca non decodificato e che trovavo solo di cattivo gusto. A queste persone tutto e’ dovuto e il loro impegno è pari a zero. Chissà quanto mi avrà odiata visto che lui arraffa dalla vita quello che capita mentre io mi sono costruita un avvenire di tutto rispetto sia nel lavoro che negli affetti. Un giorno parlando di una certa sua amica con la fama di essere in Po superficiale lui mi disse: sei invidiosa ? E’ bella. Peccato che non ebbi la prontezza d’animo di rispondergli a tono e ammiccai solo un sorriso. Nel nostro ultimo malaugurato incontro in poco più di due ore ha dato tutto il peggio di Se, triangolato, gaslighting, linguaggio manipolatorio doppio, vittimismo, invidia, volgarità e chi più ne ha ne metta. Non ci riesce proprio ad essere una persona come si deve.

    Rispondi

Invia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

diciassette − sette =