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La dignità è fondamentale per la sopravvivenza. E’ una forma di amore per se stessi che rende solide le identità e protegge dal pericolo degli individui patologici. Il rispetto di sé consente di delineare i giusti confini. Al contrario dell’assoluto narcisismo degli individui tossici, l’amor proprio non comporta lo sfruttamento degli altri né può essere considerato egocentrismo. E’ anche molto diverso dall’idolatria a cui si dedicano gli psicopatici durante la fase della seduzione, quando ti lusingano e ti corteggiano, con il fine di manipolarti e controllarti.
Nei post precedenti ho spiegato come lo psicopatico controlli quelli che hanno bisogno di lui fortificando la loro autostima e dando un significato alla loro  vita. Qualsiasi donna può abboccare all’amo di uno psicopatico nella fase della seduzione. Ma quelle che rimangono con lui di propria spontanea volontà dopo la caduta della maschera, spesso, soffrono di una forma estrema di dipendenza. Dispongono di un’autostima non indipendente, inesistente o comunque limitata e hanno bisogno della validazione periodica da parte dello psicopatico per sentirsi sexy o attraenti o brillanti o buone madri e mogli: qualsiasi conferma necessitino, è nelle mani di lui.
Le vittime consenzienti degli psicopatici e di altri individui incentrati sul controllo non soffrono necessariamente di bassa autostima nel senso convenzionale del termine: in realtà, possono avere un’opinione molto alta di sé. Ma la fiducia che hanno in se stesse è fortemente dipendente o condizionata. Hanno bisogno del controllo di una persona “speciale” per sentirsi a posto e per dare un senso alla propria vita. Sono loro ad essere le più fedeli e promettenti vittime di lungo corso degli psicopatici: persone che fanno da sostegno a questi individui disturbati, non importa cosa essi combinino. Danno ai loro compagni un tipo di potere assoluto sulle proprie vite in una modalità simile a quella che i seguaci delle sette religiose danno ai leader patologici.
Facendo ciò, rinunciano all’agentività e al controllo delle proprie esistenze. Queste persone,  fortemente sensibili, possono rimanere accanto a uno psicopatico anche una volta che quest’ultimo smette di “vidimarle” su base regolare, offrendo loro semplici gettoni di riconoscenza o finto “rispetto”, di tanto in tanto. Sono ormai così annodate patologicamente allo psicopatico, che lui potrà tenerle soggiogate a vita dal punto di vista emotivo e mentale e usarle per i propri distruttivi propositi, senza dar loro amore genuino ma unicamente le false validazioni di cui hanno disperatamente bisogno.
Nella vita, pace ed appagamento si raggiungono coltivando un sano rispetto di sé e degli altri. Si tratta di un senso di equilibrio per lo più interiore. Nessun altro è in grado di dartelo. Ci sono migliaia di libri di self-help o auto-aiuto sul mercato.  Essi hanno la pretesa di aiutare le persone a trovare un equilibrio interno in tutti i modi: attraverso yoga e pilates, esercizi di meditazione, migliorando il proprio aspetto fisico o aumentando la stamina sessuale. Sospetto che la maggior parte di loro funzionino nello stesso modo delle diete miracolose senza fine. Potranno generare qualche risultato immediato ma raramente cambiano nella sostanza una persona o migliorano a lungo la qualità della sua vita. Alcuni, come i ritiri gestiti da James Arthur Ray, famoso guru del self help, sono estremamente pericolosi, ai confini con le sette religiose guidate da leader disturbati che si dilettano a controllare gli altri, spillare il loro denaro e spingerli oltre i limiti sino al punto di morte.
Per migliorare in modo più duraturo, devi coltivare una sana percezione di chi sei e cosa vuoi dalla vita. Esistenze disfunzionali e relazioni patologiche spesso hanno origine da distorsioni caratteriali, come quelle descritte finora, che fanno dipendere il senso di autostima dalle valutazioni degli altri. Con ogni probabilità, quelli che sfruttano queste debolezze non lo fanno certamente per il tuo bene; al contrario, sono individui che vogliono usarti e controllarti. Non esiste una procedura magica da seguire che, passo dopo passo, ti fa acquisire una sana autostima. Proprio come perdere peso dipende da abitudini equilibrate e moderate nei confronti del proprio corpo, così, migliorare la considerazione di sé dipende dalla sana attitudine che manteniamo nei confronti della nostra mente. “Conosci te stesso” ammonivano gli antichi greci. Questo, come gran parte della loro saggezza pratica, è un gran buon consiglio.
Non voglio dire che la moderazione, quella che Aristotele chiamava  il giusto mezzo tra due estremi, è sempre la risposta a tutto. Nessuno può essere ugualmente buono e ugualmente cattivo in ogni cosa. Tutti hanno una combinazione di debolezze e di forze. Conoscere te stesso, nella mia opinione, significa usare le tue forze più per migliorare la tua vita e quella degli altri che per sentirti superiore o guadagnare la loro approvazione. Essere geni nell’arte o nella matematica, o essere belli e conosciuti– per quanto eccezionali possiamo essere in alcuni aspetti- non deve farci sentire in diritto di ricevere un trattamento speciale; né giustifica in alcun modo i maltrattamenti nei confronti gli altri. In altre parole, le tue forze non dovrebbero alimentare la tua vanità, come invece succede a narcisisti e psicopatici, proprio come le debolezze non dovrebbero renderti fragile.
Raggiungere un equilibrio interno richiede, altresì, una corretta motivazione che sostenga i tuoi sforzi. Per esempio, non fare arte per impressionare gli altri o per diventare famoso, bensì  per regalare una testimonianza di bellezza e significato in grado di arricchire la tua vita e, perché no, anche quella degli altri; non scrivere libri per diventare ricco o rinomato, bensì per esternare un talento in grado di appagarti e che possa contribuire alla migliore creatività ed espressività della saggezza umana; non fare beneficenza e non comportarti in modo gentile con gli altri per essere considerato generoso e premuroso; aiuta, piuttosto, quelli che sono in difficoltà e sii una persona per bene.
Se hai un sano amor proprio, le forze e l’ingegno brilleranno prima di tutto dentro di te. Sprigioneranno poi energia verso gli altri invece di assorbirsi all’interno, cosa che capita quando dipendiamo dalla validazione altrui. In modo analogo, una buona autostima ti permetterà di lavorare sulle debolezze non permettendo loro di diffondersi e trasformarsi in insicurezze croniche che gli individui maligni possono attaccare, sfruttare e distruggere. Una così equilibrata attitudine verso te stessa e la tua vita implicherà distacco dalle valutazioni degli altri: come ti percepiscono, cosa si aspettano da te e cosa dicono di te.
Naturalmente, nessuno di noi vive nel vuoto. Siamo in parte condizionati da come ci vedono i nostri compagni, le nostre famiglie, i nostri colleghi, gli amici e la società in generale. Ma coloro che hanno una solida autostima non sono mossi così tanto dagli altri. Finché si comportano bene con il prossimo, non si piegano quando i compagni, i familiari, gli amici o i coetanei li criticano; non perdono l’autostima nemmeno quando sbagliano qualcosa nella vita. Al contrario, non si sentono superiori solo perché alcuni li elogiano o perché mettono a segno delle vittorie o raggiungono la celebrità. Il successo e la fama, come anche le critiche e le lodi  da parte degli altri, vanno e vengono. Sapere chi sei e cosa hai da dare possono invece durare tutta la vita.
La cosa principale che può salvarti da uno psicopatico- o da qualsiasi altro manipolatore che vuole prendere il sopravvento sulla tua vita- è coltivare un sana autostima. Potrebbe sembrare un’ovvietà; è, invece, un luogo comune che molti conoscono ma pochi mettono in pratica veramente. Qualsiasi psicoperapeuta ti dirà che lavora soprattutto per le percezioni irrealistiche che la gente ha di sé.  Le distorsioni del carattere non solo danneggiano la fiducia che abbiamo in noi, ma rovinano anche le nostre relazioni. Ci rendono eccessivamente vanitosi, o bisognosi, o inflessibili, o troppo pronti a farsi in quattro per compiacere gli altri. La cosa più grave è che i disturbi del carattere, come la psicopatia e il narcisismo patologico, negli adulti non sono aggiustabili.
Per fortuna, comunque, la maggior parte delle persone non soffre di simili, congenite disfunzioni emotive e morali. Più comunemente, risentiamo di distorte percezioni di noi stessi. Questo ci fa rischiare di cadere sotto le grinfie di persone che vogliono dominare. Per trovare la bussola hai bisogno di guardarti dentro, come saggiamente consigliavano i greci. In fin dei conti, non può salvarti nessun altro. Ti puoi proteggere vivendo bene, e cioè conoscendo il tuo valore senza sottovalutarlo né sopravvalutarlo, e scegliendo il percorso da intraprendere nella vita con l’adeguata fiducia trovata principalmente dentro di te.
Traduzione Astra
Instead of the Cult of Self-Improvement Cultivate Self-Respect

1 commento

  1. Quando ci sei dentro non te ne accorgi, Quando lo scopri ti annulla. Quando inizi ad reagire sei delusa. Quando provi ad accettarlo sei confusa. Essere una dipendente affettiva ti mette davanti a te stessa, quella persona che ha bisogno di amore che per errore cerca fuori da se. Quando arrivi a questa conclusione sei a buon punto ma non alla fine. Il percorso per uscirne e lungo, faticoso e snervante. Serve molta forza e determinazione, serve sempre tenere a mente che il rispetto per se stesse è la prima cosa da pretendere e la prima ad amare te stessa puoi essere solo te stessa.

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