Molte donne coinvolte in relazioni patologiche con psicopatici intuiscono di avere a che fare con un uomo malato ma sentono di aver investito nella relazione troppo e troppo a lungo per abbandonare tutto e rinunciare a lui. La fiducia in sé e il senso di realtà sono seriamente compromessi ma la vittima non fa che sperare contro ogni speranza e si convince che amore e pazienza, alla fine, guariranno questo uomo così pericoloso; del resto –sostiene- dopo aver passato con lui quindici anni, non posso mica buttare via un’intera giovinezza come se tutto quel tempo non fosse servito a niente.
Come Sandra Brown sostiene in Women who love Psychopats, nessuno esce completamente illeso da una relazione così tossica. Il danno che si subisce, tuttavia, non è direttamente proporzionale al tempo: non è vero che più a lungo si sta con uno psicopatico, più ci si fa male. Relazioni brevi con un uomo disturbato possono essere ugualmente molto nocive. Messa in questi termini, anche le donne che hanno passato vent’anni con un soggetto del genere possono liberarsi del legame tossico e uscirne migliori e più forti.
Il danno sembra farsi più pesante quando si realizza che si sta con una persona seriamente disturbata e si continua ad accettarne la sopraffazione attraverso le bugie patologiche, il gaslighting, i tradimenti, le critiche, le minacce e i gli attentati continui alla propria autostima. Le donne che rimangono con gli psicopatici smascherati, o con gli uomini spudoratamente cattivi, si abituano a dosi sempre più concentrate di veleno. Questo può seriamente danneggiare la loro personalità e le interazioni con gli altri; talvolta, in modo irreparabile.
Abbiamo detto che se anche hai trascorso molti anni con uno psicopatico, puoi comunque uscire dalla relazione tossica. Le possibilità esistono, dopotutto eri una persona forte. E’ noto che questo gentiluomo preferisce sedurre donne estroverse, affermate e sicure di sé; potrebbe facilmente andare dietro a donne passive e deboli, ma predilige la distruzione di una persona solida: sicuramente la sfida si fa più stimolante. Gli psicopatici utilizzano la forza delle proprie vittime come strumento di dominio e la fiducia guadagnata come mezzo per ingannarle, tradirle e fare giochetti mentali. Isolano donne che erano socievoli; indeboliscono la loro autostima, che una volta era consistente, prendendo di mira debolezze reali o immaginarie. Non è raro, in queste donne, lo sviluppo di neurosi, episodi di stress post traumatico e disturbi alimentari. Tutti malanni destinati a venir strumentalizzati dallo psicopatico che, per tenere salda la presa, rivolterà contro le vittime come prova della loro debolezza, invece di riconoscere i loro successi.
Tenacia e capacità di amare, insieme all’investimento emotivo impiegato nella relazione,sono usate per tenerci sospese. Siamo infinocchiate dalla magica miscela di silenzio strategico e vuote promesse di cambiamento, spesso smentite da abuso consistente e mascherato. Mettono sotto il nostro naso, per farcene sentire l’odore, ciò a cui più teniamo nella vita – vero amore, fedeltà, impegno, una vita felice insieme, tornare alla romantica e eccitante fase della luna di miele- solo con l’intento di soddisfare i desideri del momento. E’ qualcosa che erode la dignità e il rispetto che le donne hanno di sé.
Per reagire a queste strategie e tornare in possesso della tua vita devi ristabilire quella che in psicologia si chiama agentività, intesa come capacità di porre in essere azioni volontarie al fine di raggiungere scopi prefissati, nonchè la tua forza e i tuoi limiti. Va riconosciuto che non sei solo la vittima passiva del controllo dello psicopatico, ma hai capacità di decisione: hai iniziato volontariamente la relazione; sei rimasta con lui, di tua volontà, nonostante i campanelli di allarme dell’inizio; lo hai consapevolmente ripreso dopo aver scoperto che ti ha tradito e mentito. Puoi essere caduta in comportamenti immorali per tenerlo nella tua vita; puoi aver ferito e fatto rimanere male quelli che tenevano a te per amore verso di lui. Ogni passo fatto come coppia non era solamente suo, ma anche tuo. Sandra Brown sostiene che affermarti come protagonista delle decisioni da prendere non vuol dire negare che lo psicopatico ti abbia fatto del male e non significa minimizzare la portata del tuo dolore. Dimostra solamente che puoi dare una direzione alla tua esistenza. Come scegli di entrare nella relazione e rimanerci, allo stesso modo hai il potere di uscirne per sempre. (How to spot a dangerous man).
Per capire perché hai fatto delle scelte così misere e autodistruttive, hai bisogno di esaminare con attenzione le tue forze e le tue debolezze. Nei post precedenti ho messo in luce alcune potenziali fragilità delle donne che entrano in relazioni malate e cadono in dinamiche autodistruttive. La principale è un’irrealistica e dicotomica visione di se stessi, in parte narcisisticamente gonfiata (sono meglio delle altre), e in parte troppo debole (valgo meno delle altre). Non hai bisogno di uno psicopatico per capire quali sono le tue qualità e quali i tuoi difetti; non hai bisogno di critiche manipolative che indeboliscono la tua autostima; nè della sua finta e strumentale affabilità per sentirti a posto. Sai chi sei. E, dentro di te, dopo tutto il male che ti ha fatto, sai anche che è nel tuo interesse lasciare quest’uomo, così dannoso, e mettere un punto alla relazione malata. E’ in gioco la tua stessa sopravvivenza, non solo la tua autostima.
Mettere in moto la propria agentività implica anche riaffermare con la giusta fermezza forza di volontà e confini. Se sei rimasta con un compagno psicopatico è perché lui ha indebolito l’energia che inizialmente lo aveva attratto a te, proprio come fa il parassita attaccato al suo ospite, con il solo fine di distruggerti. Puoi ritrovare la forza dentro di te per vivere libera da lui. Più a lungo stai alla larga dalla sua nociva influenza, più riacquisterai vigore.
Lo psicopatico ti ha preso per i fondelli estirpando i tuoi paletti: ha violato il tuo senso morale di giusto e sbagliato, i tuoi limiti sessuali e la tua empatia. Quando tiri una linea, dici BASTA e lo dici sul serio, lui perde e tu vinci. Al contrario, ogni volta che fai quello che ti dice, ogni volta che soffochi il tuo intuito per credere alle sue bugie, che violi il senso di giusto e sbagliato, che allontani e ferisci quelli che ti hanno a cuore o che cedi alle sue perversioni sessuali solo per gratificarlo, lui vince e tu perdi.
Le donne che rimangono con uno psicopatico possono essere forti, come la ricerca della Brown rivela. Sono però carenti di solidi steccati. Possono essere audaci in altri contesti della vita ma, quando in ballo ci sono le relazioni personali, diventano deboli e trasformano lo psicopatico nel fulcro della propria esistenza. Rimanere con lui significa scendere a compromessi con valori, relazioni e parametri. Tutto questo solo per tenersi un uomo disturbato.
Per riappropriarti della tua autonomia e della tua forza hai bisogno di definire confini ben delineati. L’esperienza negativa con lo psicopatico, senza dubbio, ti ha reso più consapevole del grado di tollerabilità, visti i ripetuti tentativi, spesso riusciti, di abbassamento dei parametri e di violazione dei tuoi principi. Ogni volta che cedevi la cosa era bruciante non solo perchè smarrivi parte dei tuoi valori, ma anche –ciò che più conta, parte di te.
Stabilire quali sono i tuoi i limiti e quindi cosa tollerare e cosa no, costituisce un passo fondamentale verso l’allontanamento definitivo dello psicopatico. Molto probabilmente nemmeno lui vorrà rimanere con te se ti fai valere senza più andargli incontro, anche di un solo centimetro. Da narcisista qual’é, non tollera parità nelle relazioni romantiche. Deve essere il capo, sempre e comunque. Riafferma puntualmente il suo status attraverso il potere che esercita su di te, sulla sua famiglia e sui suoi conoscenti. Non potendo trattare gli altri alla pari, lo psicopatico non è in grado di offrire alcuna genuina considerazione per gli altrui valori, iniziative, necessità e identità. Il finto fascino, l’attenzione pressante e possessiva, l’adulazione manipolativa e prestata in malafede e gli insignificanti gesti romantici, soprattutto dell’inizio della relazione, non vanno confusi con l’amore autentico, l’affetto e il rispetto reciproco.
Come abbiamo visto, uno psicopatico è incapace di dar vita a una relazione premurosa e bilanciata con nessuno. Per questa ragione, cerca donne forti ma molto flessibili; vittime con paletti da poter estirpare e identità da poter stravolgere. Se torni in possesso del tuo senso di identità e pianti robusti steccati, sarai molto meno vulnerabile alla seduzione e al controllo di questo genere di persone. Gli psicopatici sono parassiti che succhiano la linfa vitale fatta di emozioni, fiducia e forza. Violano nell’altro il senso di sé, attraverso quello che la psicologia definisce “irritimento”: quando la tua identità si fonde con la sua, sarà la tua intera esistenza a ruotare intorno ai suoi bisogni, che cambiano in continuazione. Più alzi la soglia di tollerabilità e modifichi la tua identità per gratificare uno psicopatico, più ti sentirai annullata nella relazione. Come sottolinea Sandra Brown,
I paletti sono indicatori di un punto di inizio e di un altro di fine. Poniamo dei limiti -o barriere – nelle relazioni per proteggere il nostro corpo e la nostra dignità…Farsi condizionare l’identità da un uomo pericoloso…può avere conseguenze disastrose” (How to spot a dangerous man).
Non tutte le esperienze spiacevoli hanno un rivolto positivo. Alcune, come le malattie mortali, sono semplicemente tragedie. Per fortuna, sopravvivere a una relazione con un uomo pericoloso è una di quelle esperienze di vita ad avere un lato positivo: dopo una relazione con un soggetto psicopatico, per il quale “amore” significa “conquista”, appartenenza e dominio, un rapporto normale con una persona perbene, rispettosa e onesta sembrerà miracoloso. Nulla, nell’interazione umana, può essere dato per scontato dopo essere passati attraverso il peggio che la vita possa offrire.
E’ chiaro che scegliendo lo psicopatico hai perso un po’ di te e sciupato parte della tua vita. Ma queste relazioni distruttive hanno un prezzo. Fortunatamente hai ancora facoltà di scelta su come debba proseguire il tuo percorso. Non gettare via il resto della tua esistenza per lui. Per certi versi questa esperienza può averti indebolito ma, se la utilizzi nel giusto modo, può trasformarti in una persona molto più forte. Quali siano tempi, energie ed emozioni investite nello psicopatico, non è andato tutto completamente sprecato: hai imparato chi apprezzare e amare nella vita e chi, invece, tenere lontano e respingere; hai capito quali sono le tue debolezze e quali i tuoi limiti; sei diventata più indipendente e consapevole che sia l’adulazione che le critiche possono funzionare come forma di controllo mentale.
Sta a te stabilire se permettergli di continuare a mortificare la tua dignità e la qualità della tua vita o se contare sulle tue forze e sui legami di vero amore con gli altri per trascorrere il tipo di esistenza -morale, onesta e appagante- che ti meriti. Lo psicopatico ti ha tenuto sotto il suo controllo stringendo e amplificando il ventaglio delle tue esperienze. Conseguentemente, ti sei concentrata principalmente su di lui e su come attorcigliare te stessa, come un’esca all’amo, pur  di accontentarlo.
Puoi ribaltare questo processo: allargando la sfera della tua esistenza, espandendo i tuoi interessi e concentrandoti su quelli che meritano la tua attenzione. Per esempio, aiutando a diffondere consapevolezza su questo pericoloso predatore tra quelle che soffrono per mano di compagni psicopatici. Fare una diagnosi clinica dei disturbi di personalità, ovviamente, spetta solo agli esperti. Ma identificare tratti potenzialmente pericolosi non è solo compito degli specialisti. Quando si fanno entrare nella propria esistenza individui così pericolosi e disturbati, chiunque può essere colpito. La conoscenza è la forma più importante di autodifesa.
La diffusione di informazioni sui maltrattamenti fisici e psicologici ha salvato milioni di persone dalla violenza domestica. La divulgazione di materiale sulla psicopatia può salvare altri milioni di vite dalla sofferenza. Paradossalmente, quell’uomo così disturbato che voleva moralmente ed emotivamente distruggerti può rendere la tua vita più edificante e rivolta agli altri. Nel passato hai rinunciato a troppe cose per lo psicopatico. Ora, il potere di scelta su cosa fare con il resto della tua vita è nelle tue mani, non nelle sue.
Traduzione Astra
A Better and Stronger You: Leaving the Psychopath for Good

19 Commenti

  1. Bello questo articolo Astra edificante per la propria ripresa. Sapete ogni giorno che passo lontana da lui mi sembra di stare meglio.

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    • Eh sì Michela, è quello che capita a tutti. Bisogna solo riuscire a vedere le cose con un pò di distanza e si assapora l’incredibile piacere di averli lontani. Ci si sente al sicuro solo alla larga da loro.

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      • Perché , in poche parole lo psicopatico vuole distruggerti?

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  2. Complimenti, Astra, e soprattutto grazie di vero cuore per le tue splendide ed efficaci parole.
    Ci leggi dentro, ci conforti, ci sostieni.

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    • Barbara, questi individui sono unicamente mossi dai loro interessi personali, e spesso da oscure perversioni. La distruzione degli altri è inevitabile conseguenza, anche se nom sempre rientra tra gli obiettivi intenzionali dello psicopatico. In alcuni casi peró, lo psicopatico (specialmemte se sadico) prova soddisfazione a vedere la miseria che produce nella vita degli altri, e dunque si diverte a preparare la strada alla loro distruzione.

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  3. “… ho messo in luce alcune potenziali fragilità delle donne che entrano in relazioni malate e cadono in dinamiche autodistruttive. La principale è un’irrealistica e dicotomica visione di se stessi, in parte narcisisticamente gonfiata (sono meglio delle altre), e in parte troppo debole (valgo meno delle altre).”
    Esattamente il mio ritratto di tanti anni fa, quando l’ho conosciuto.
    Oggi non mi sento più forte e neanche migliore, non mi sento né meglio né peggio di nessun altro, semplicemente non mi sento più niente.
    Sono inutile, non ho più fiducia in nessuno, per il terrore di trovare un altro schifoso non voglio più avere nessuna relazione ma non riesco a immaginare alcuna gioia nella condizione di single, non ho nessuna ambizione, né motivazione, né desiderio.
    Quando non lavoro rimugino, nel week end a volte non mi alzo neanche dal letto.
    In pratica ho rinunciato a vivere, solo che godo di perfetta salute (fisica). Se almeno fosse possibile lasciarla a qualcuno che l’apprezzi e la usi bene invece di sprecarla così.

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    • Ginestra cara, ti dico solo due parole prima di andare a dormire, vista l’ora.
      Quello che stai passando è straziante e nessuno più di me, di Giusy e delle altre persone che sono sul blog lo può capire. E’ una sofferenza talmente diversa da quelle normali che per comprenderla devi esserci passato. L’unico modo per superare questo passaggio è trasformarlo in qualcosa di positivo, che ti migliora, che ti fa crescere, che ti riempie di consapevolezza. Mi rendo conto che è presto per vedere la luce. Sei in mezzo a un tunnel e l’uscita è lontana. Ma ti assicuro che questa brutta vicenda ti servirà e un giorno mi dirai “Astra, avevi ragione”. “Chi ha subito un danno è pericoloso perchè sa di poter sopravvivere”. E’ la citazione di un libro che ho letto tanti anni fa, ma la porterò dentro di me per sempre. Cerca di trasformare la sofferenza in qualcosa di utile, per te e per gli altri. Già stare su questo blog e confrontarti con i tuoi compagni di sventura è un aiuto enorme che ci stai regalando. Sei una donna forte e si vede. Tieni duro a lascia che il tempo trascorra. E’ un medico eccezionale. Dormi bene cara.

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      • Grazie Astra, ce la metto tutta. La differenza tra me e voi è che voi avete capito e avete trovato il coraggio di uscirne; io non avevo capito e ne sono uscita per caso e mio malgrado. Seppure immagino che la sofferenza sia identica, questa consapevolezza credo abbia un effetto positivo sull’autostima e vi dia più coraggio e sicurezza per il futuro.
        Comunque è incredibile che le persone più vicine – quelle di cui ti fidi e per le quali provi affetto, quelle che hai aiutato e sorretto, quelle con cui hai condiviso tutto e per le quali saresti stata disposta a fare qualsiasi sacrificio – si rivelino il tuo peggiore, più crudele e probabilmente unico nemico, mentre a farti coraggio e ad aiutarti a rialzarti siano invece persone che neanche ti conoscono.
        Il fatto che esistano persone come voi, per ora, è l’unica cosa che mi ridà un po’ di speranza. Intanto leggo (e aspetto con ansia l’uscita del tuo libro) per imparare a riconoscere la differenza tra brave persone e predatori.

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  4. Rimango esterrefatta dal dilagare del fenomeno.
    La consapevolezza di una “relazione”malata ti costringe a fuggire per sottrarti a tanta sofferenza, per poter sopravvivere. Sì sopravvivere.
    Cara Ginestra comprendo il tuo stato d’animo, ci vorrà tanto tempo per poter ritornare a fidarsi di persone “normali”.
    Anche perché noi stessi siamo state sottoposte ad una distorsione della realtà.
    Il fatto di essere state sottoposte a comportamenti umilianti, denigratori proprio da chi ci dichiarava il suo “amore”, alternando questi momenti con altri magici, fatti di dolcezze e attenzioni ci ha completamente destabilizzato, riducendoci emotivamente a degli stracci.
    E’ stato un massacro psicologico.
    Nonostante tutti i campanelli d’allarme e nonostante siamo rimasti all’interno di quello che si è rivelato un incubo, non dobbiamo sentirci assolutamente in colpa, anche se io per prima provo ancora un senso di vergogna per avere interrotto il NC.
    Non è facile.
    Per questo sono grata ad Astra e a voi tutti per la condivisione delle vostre esperienze. Mi fate sentire meno sola.

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    • Cara Lucia, anch’io sono esterrefatta dal dilagare del fenomeno.
      Leggendo le descrizioni di queste patologie mentali, non solo mi sono resa conto di essere rimasta vittima di uno di loro, non solo mi sono stupita di quante persone siano cadute nelle loro trappole, ma do un peso diverso a certi comportamenti di conoscenti che prima ritenevo solo un po’ strani, insensibili ed esibizionisti.
      Inoltre trovo che questi comportamenti non siano più quasi esclusiva dei maschi, sebbene negli uomini mantengano caratteristiche più violente a livello fisico.
      Forse è davvero il tipo di società in cui viviamo (liberismo e consumismo) a presentare e premiare modelli di comportamenti narcisistici devastanti per gli individui, le famiglie e la società come aveva previsto Christopher Lash nel saggio “La cultura del narcisismo” (l’ho scoperto in un altro post di Astra, ma in modo meno scientifico avevo già questa sensazione).
      Penso anche che internet e le attuali tecnologie mettano a disposizione di narcisisti e psicopatici strumenti potenti che stimolano le tendenze negative e aumentano il raggio di azione e di influenza di questi sciagurati. Non voglio criminalizzare internet (che ad esempio qui è utilizzato a fin di bene) so che di per se è solo uno strumento, ma l’uso che certe persone ne fanno.
      Un’altra cosa che mi ha profondamente stupita è che prima, quando ignoravo di esserne vittima, associavo presuntuosamente certe esperienze prevalentemente ad ambienti culturalmente poveri e svantaggiati. Invece dal modo in cui è scritto il tuo commento, o quelli di Giusy e di altre (oltre naturalmente ad Astra) ho capito che ero completamente in errore.
      Anch’io grazie a voi mi sento meno sola e un pochino meno stupida, grazie Lucia.

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      • Per restare in tema: di per sé (con l’accento). Scusate gli errori, quando mi concentro sui contenuti, scrivo, cancello, riscrivo e qualcuno mi scappa!

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      • Anche io associavo certe condotte estreme a condizioni sociali, economiche e culturali particolari e deficitarie in qualche senso. Mi sentivo al sicuro, protetta nel mio contesto che sembrava apparentemente immune a comportamenti criminali e subcriminali. Lui lo sapeva bene, e contava (ancora ci conta) su questo per mantenere una facciata di normalità inattaccabile. Nessuno mi prenderebbe sul serio se cominciassi a raccontare che cosa so, ora, delle sue vite segrete. Persino il mio avvocato stenta a credere alcune delle cose di cui devo informarla. Infatti, quelle vite segrete non solo sembrano improbabili (a volte persino impossibili!) a chi conosce il soggetto e lo vede come l’uomo solido, colto, di successo, retto e responsabile che finge (benissimo) di essere, ma pure a chi non lo conosce, tanto sono assurde e illogiche le sue condotte. Io credo, nel mio caso specifico, che Internet lo faciliti enormemente nella sua compulsiva ricerca di stimoli. Un parco giochi senza limiti in cui si puó muovere con molteplici identità. L’habitat naturale dello psicopatico.

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        • Quanta verità, Giusi e Ginestra. E’ proprio così. Che bello leggervi. Sapete esprimere perfettamente il succo della questione.

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    • Lucia perdonati per avere interrotto il nc (e ristabiliscilo!). Ci manca pure che dopo tutto quello che hai passato tu provi vergogna! So che non tutti la vedono come me, ma quando si analizza una relazione con un soggetto profondamente disturbato io insisto a dire che non si puó parlare di ‘relazione malata’. Relazioni malate esistono, e non serve che uno dei due nella relazione abbia un disturbo di personalità. Ma quando ci si accorge di essere onestamente incappati in una relazione con chi ha chiaramente un disturbo di personalitá, io credo si debba accettare di avere vissuto una frode relazionale, emotiva ed esistenziale senza torturarsi sulle proprie responsabilità. Che cosa abbiamo fatto se non amare, fidarci ed affidarci a chi, fingendo, ci diceva di amarci e ci chiedeva di capire alcune sue ‘debolezze’ o ‘fragilità’? È proprio sulla fiducia tipica di sentimenti di amore che questi fanno leva per mantenere in piedi la finzione, fino a che regge.

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  5. Cara Giusy, l’ho ristabilito. E’ bastato poco per capire che il processo di scempio sarebbe ricominciato tale e uguale a un anno prima.
    Parlo di mia “responsabilità” perchè anche quando scoprivo poco alla volta le bugie, le mezze verità, le sue doppie vite virtuali e non, sarei dovuta scappare subito.
    Mi domando ancora, a volte, come ho fatto a farmi trattare così?
    Come se avessi perso un po’ della mia identità, l’ingenuità di voler credere alla buona fede delle persone.
    Quella dote che ti fa vedere la vita in modo trasparente, onesto, limpido, ma che ha permesso a esseri come quelli di approfittare di noi e di usarci.
    Anche nel mio caso nessuno dei suoi conoscenti mi crederebbe se rivelassi tutto ciò che ho scoperto (e penso che sia ancora una minima parte).
    Agli occhi del mondo appare un uomo brillante, dotato intellettualmente, “sensibile” alle arti, coltiva tanti interessi.
    Ma è solo un gioco. Un macabro gioco condotto per coprire la sua insoddisfazione cronica nei confronti del mondo, della sua noia perenne e che riesce a gestire, manovrando gli altri per salvare tutte le sue innumerevoli maschere. Per distruggere il bene che quelli come noi sanno dare.

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    • Credo che davvero bisogna passarci per capire.io stessa mi avessero raccontato o avessi letto, mi sarei meravigliata di come si possa restare imbrigliata in una relazione malata. Mi sento come la sopravvissuta di un disastro aereo. Mi guardo intorno e tutto ora mi sembra meraviglioso anche una foglia che cade. Ogni tanto ricompare la dissonanza cognitiva ma so che ormai con la mie conoscenze e la mia nuova coscienza, ogni sua parola e mossa trasuderebbe di narcisismo.non lo potrei soffrire. Quindi mantenere il no contact e volare alti. La loro pochezza e meschinità non ci appartiene più.

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      • Esatto Michela! Anche io mi sento una sopravvissuta! E ho sentito e letto anche molti altri parlare in questi termini. Come tutti i sopravvissuti dobbiamo affrontare periodi con sintomi da ptsd, ma anche proviamo euforia per averla scampata.

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    • Lucia non è facile scappare ‘subito’. Ti ha tenuta con la manipolazione, con il gaslighting, con la menzogna e la ciclica luna di miele. Specialmemte persone emotivamente generose e intense, fortemente empatiche, moralmente sane cercano di mettersi in aiuto e supporto anche in circostanze molto dure. Hai dato fiducia nonostante tutti i campanelli d’allarme in assoluta buona fede, e non per superficialità. Come si fa ad immaginare che l’altro sia in totale malafede in un campo come quello dell’amore? Altro che tradimento! Siamo state sul set di un thriller psicologico.

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  6. Anche io come @La Ginestra, sebbene lo abbia lasciato (da oltre un anno) per il bene del nostro bellissimo bimbo di 22 mesi all’epoca e per la mia salute psico-fisica, sono rimasta “menomata” nella sfera emozionale. Prima ero una persona che si fidava anche dei sassi che incontrava per strada, ora non mi fido più di nessuno. Prima sorridevo anche al vento, ora mi si sono anchilosati i muscoli facciali e, sebbene sia felice e grata per essere ancora VIVA non voglio più nessuno accanto a me che non sia mio figlio, la mia famiglia e quei pochi amici fidati. La benedizione più grande che potrò ricevere un giorno a parziale risarcimento del danno a cui sono sopravvissuta sarà (perché per adesso è inconcepibile oltre che non prioritario) guardare negli occhi qualcuno ed essere certa che non stia tessendo la schifosissima tela. Ma di amore, quello uomo-donna, non voglio più sentir nemmeno parlare. Al sol pensiero mi viene il voltastomaco. Saluto tutti di vero cuore e leggendovi è come se vedessi immagini flash che mi fanno stare poco serena. Ma come è possibile che accada a così tante persone? Il non essere la sola è balsamo salvifico.

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